Magic Island

28 Marzo 2017

di Francesca Iacobo

Martedì 28 marzo è stato proiettato al Cinema Europa Magic Island, il docu-film del regista Marco Amenta, che ha presentato la sua opera al Loft Kinodromo e al Cinema Europa prima della proiezione del film.

Il film è un road movie che racconta la storia del giovane Andrea Schiavelli, figlio d'arte del noto caratterista italo-americano Vincent Schiavelli, apparso in molti film cult come Ghost e Qualcuno volò sul nido del cuculo. Il ragazzo che vive a New York facendo il musicista riceve un giorno una inaspettata telefonata dall'Italia da parte della compagna del padre, deceduto nel 2005, per una questione di eredità. Per questo motivo Andrea si ritroverà ad affrontare il suo passato facendo ritorno in Sicilia a Polizzi, paese della sua infanzia e dove il padre ha trascorso gli ultimi anni di vita, e a fare i conti sia con se stesso che con la figura paterna.

Una storia assolutamente vera, raccontata attraverso gli occhi del regista, amico di Vincent Schiavelli, e che fa emergere il rapporto conflittuale tra padre e figlio, sofferente la lontananza del padre, trasferitosi da New York alla Sicilia quando lui era appena quindicenne. Per questo motivo Andrea non è stato presente ai suoi funerali a Polizzi. Il documentario inizia dieci anni dopo, quando il giovane torna in quei luoghi che come dice lui stesso nel film "non sono casa mia, ma faranno sempre parte di me".

Quello di Andrea (e anche del regista) è più che altro un viaggio emotivo ed interiore, dove l'eredità è in realtà solo un preteso, nel quale riuscirà a confrontarsi con un passato con cui non aveva ancora fatto i conti e come afferma lo stesso regista "cercare di elaborare un lutto che non aveva elaborato per dieci anni, andare a scavare dentro di sé e capire le ragioni per le quali il padre se n'era andato, affrontare ed elaborare la sua morte".

Un viaggio in cui la presenza della telecamera non è una intrusione per il protagonista, che si mostra in momenti molto intimi e delicati, ma è lo strumento con il quale il Andrea riesce ad esprimersi al meglio, considerando la presenza del regista e della troupe un appoggio e una compagnia per affrontare un viaggio che forse non sarebbe mai riuscito ad affrontare da solo.

Il film esprime una grande interiorità del protagonista e una sua estrema sensibilità attraverso le immagini, dal suo timore di lasciare casa per fare ritorno al suo passato, fino alle lacrime non trattenute davanti alla tomba del padre a Polizzi. Da una New York caotica alla tranquillità e alla bellezza del paesino siciliano viene raccontata una storia come fosse quasi una soggettiva, e la telecamera stessa fossero gli occhi di Andrea, che ripercorrono passo per passo luoghi e posti lontani, ma allo stesso tempo familiari. E proprio a questo punto che la Sicilia, prima luogo pauroso e distante, diventa la sua Magic Island, un posto che gli permette di riconciliarsi con il passato e con il padre in un viaggio psicologico che coinvolge lo spettatore dall'inizio alla fine e che ci fa capire che forse, per quanto qualcosa possa far paura e spaventare, avere il coraggio di affrontarla, può portare solamente a una rinascita interiore e ad affrontare la vita in modo nuovo e più sereno.

Di seguito l'intervista al regista Marco Amenta, realizzata dalla redazione FlashgiovaniFlashvideo, visibile anche sul canale YouTube di Codec Tv.

https://youtu.be/tzQWvDuYsog