Diritti a domicilio | L'altro sapore delle consegne

6 giugno 2018

Il 31 maggio 2018 viene stipulata a Bologna la "Carta dei diritti fondamentali dei lavoratori digitali nel contesto urbano" firmato da Sgnam, Mymenu, Riders Union Bologna, il Comune di Bologna, i sindacati Cgil, Cisl, Uil. Questo documento regola e tutela la nuova figura lavorativa del Rider. Ma chi sono i Riders? 

Sono all’incirca 10mila in tutta Italia, una categoria transgenerazionale, composta sia da chi fa delle consegne a domicilio un vero e proprio lavoro, sia da chi alterna occasionalmente questo impiego allo studio per "arrotondare". Uno smartphone e un mezzo di trasporto (per lo più bici) bastano per poter lavorare all’interno di una delle grandi multinazionali di consegna a domicilio di alimenti.

Funziona proprio così: tempi di consegna serrati, spostamenti monitorati, extra non retribuiti, paga all’ora che si aggira attorno ai 6 euro. Le consegne si effettuano in qualsiasi condizione climatica; più se ne fanno più aumenta l’affidabilità, variabile che consente di vedersi assegnare un maggior numero di consegne e di sperare di essere ricontattati per la settimana successiva. Si lavora in un clima di precarietà e forte competitività, spesso in assenza di tutela assicurativa.

Fino ad oggi vari sono stati i casi di infortuni: ricordiamo lo scontro di un rider contro un autobus TPer a Bologna, il 21 marzo e, più recentemente, l’incidente avvenuto a Milano, il 17 maggio, tra un rider e un tram Atm.

Per molto tempo l malcontento si riduceva a brevi scambi tra colleghi nei ritagli di tempo tra una consegna e l’altra, ma l’intensa nevicata del 13 novembre 2017 ha dato il via alla lotta che avrebbe portato alla conquista della "Carta dei Diritti" il 31 maggio e che il 4 giugno ha visto i Riders incontrare il Ministro del Lavoro, Di Maio.

I traguardi raggiunti sono arrivati dopo un’intensa stagione di azioni ed episodi di concreta mobilitazione: vale la pena ricordare l'insuccesso del ricorso, presentato al tribunale di Torino, contro l'azienda tedesca Foodora: causa civile presentata da sei riders, licenziati per il semplice fatto di aver preso parte a delle manifestazioni. La necessità di organizzarsi e tutelarsi ha infine portato al costituirsi in un "sindacato" specifico, "Union Riders Bologna". 

La "Carta dei Diritti" al suo interno contiene delle norme volte al miglioramento delle condizioni di lavoro all’interno del Comune di Bologna con standard minimi di tutela, l’introduzione di un tavolo di monitoraggio da convocare con cadenza semestrale, l’istituzione di un compenso a orario fisso, equo e dignitoso, con il rispetto degli extra (lavoro notturno, festività, condizioni climatiche sfavorevoli). Le singole agenzie, oltre a una copertura assicurativa per gli infortuni, malattie sul lavoro e incidenti stradali, dovranno fornire strumenti e dispositivi di sicurezza.

Non tutte le agenzie hanno sottoscritto il documento: mancano infatti alcune firme di alcuni leader del settore del food delivery, come il colosso inglese Deliveroo o altri competitors come Just Eat.

Qui è possibile scaricare e leggere la "Carta dei diritti fondamentali dei lavoratori digitali nel contesto urbano".