Il dramma della Shoah raccontato attraverso i fumetti

Il 27 gennaio del 1945 il maresciallo sovietico Ivan Konev con le sue truppe scoprì il campo di concentramento di Auschwitz e liberò i superstiti. Il campo, il più grande realizzato dai nazisti, rientrava nel progetto di sterminio sistematico della popolazione ebraica conosciuto come soluzione finale della questione ebraica o Olocausto o Shoah

L'Olocausto è utilizzato generalmente per indicare lo sterminio sistematico di milioni di ebrei da parte dei nazisti (genocidio del popolo ebreo) ma viene usato anche per descrivere il genocidio sistematico di altri gruppi che vennero colpiti nelle stesse circostanze dai nazisti, compresi i gruppi etnici rom e sinticomunistiomosessuali, malati di mentepentecostali (classificati come malati di mente), testimoni di Geovasovieticipolacchi e altre popolazioni slave. Il termine Olocausto definisce originariamente un tipo di sacrificio della religione greca, ebraica e dei culti dei Cananei, nel quale ciò che si sacrifica viene completamente arso. I sacrifici venivano tuttavia praticati per motivi religiosi, per ingraziarsi una divinità o per espiare dei peccati. Non essendoci nello sterminio nulla di religioso, né tantomeno nulla da espiare, alcuni, ebrei ma non solo, trovano inappropriato l'uso di tale termine: costoro giudicano offensivo paragonare o associare l'uccisione di milioni di ebrei a una "offerta a Dio". Per questo motivo si preferisce oggi il termine Shoah, una parola biblica che significa ‘catastrofe’.

La risoluzione 60/7 del primo novembre 2005 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite designa il 27 gennaio come giornata della memoria. Alcuni anni prima l'Italia aveva istituito la giornata commemorativa nello stesso giorno per ricordare le vittime del genocidio nazista, delle leggi razziali, coloro che hanno rischiato o perso la vita per proteggere i deportati ebrei, i deportati militari e i politici italiani.

Stando alle parole di Igort presenti in un'intervista a Repubblica dell'anno scorso, il fumetto è uno strumento formidabile per raccontare la realtà che può toccare l'anima delle persone semplici. A tal proposito vi consigliamo 5 fumetti per comprendere il dramma della Shoah e la follia nazista

fumetto anna frank

Anna Frank - Diario -  A.Folman, D.Polonsky - Tradotto da E.Spediacci, L.Pignatti - Einaudi 

Lo sceneggiatore e regista Ari Folman e all'illustratore David Polonsky, hanno trasformato le parole di Anne in un graphic novel capace di conservarne la forza e di enfatizzarne la straordinaria qualità letteraria. Basandosi sull'unica edizione definitiva del Diario, autorizzata dall'Anne Frank Fonds fondata da Otto Frank, Folman e Polonsky ci consegnano, per mezzo di una prospettiva inedita, la voce di un'adolescente allegra e irriverente, che come ogni sua coetanea - di ieri, di oggi, di sempre - desidera soltanto scoprire un mondo che invece è costretta a sbirciare di nascosto.

Maus Spiegelman

Maus - Art Spiegelman - Einaudi 

La storia di una famiglia ebraica tra gli anni del dopoguerra e il presente, fra la Germania nazista e gli Stati Uniti. Un padre, scampato all'Olocausto, una madre che non c'è più da troppo tempo e un figlio che fa il cartoonist e cerca di trovare un ponte che lo leghi alla vicenda indicibile del padre e gli permetta di ristabilire un rapporto con il genitore anziano. Una storia familiare sullo sfondo della più immane tragedia del Novecento. Raccontato nella forma del fumetto dove gli ebrei sono topi e i nazisti gatti.

 

Pascal Croci

Auschwitz - Pascal Croci - Il Nuovo Melangolo

Dopo Maus di Art Spiegelmann, un altro graphic novel che mostra tutto l'orrore dei campi di sterminio nazisti. Da qualche parte nella ex-Iugoslavia... Il vecchio Kazik e sua moglie ricordano Auschwitz... Quando, nel marzo del 1944, scoprono che la barbarie ha assunto forma umana: quella del boia nazista. Primo racconto realistico a fumetti sulla Shoah, questa storia sconvolgente, direttamente ispirata alle testimonianze dei sopravvissuti del campo di Auschwitz-Birkenau, descrive la vita quotidiana nel campo di sterminio. L'autore non cerca di riassumere la storia della "Soluzione finale", né di prospettare una qualche tesi storiografica, ma solo di sensibilizzare le nuove generazioni al dovere della memoria. Per non dimenticare mai i milioni di vittime del nazismo.

 

yossel joe kubert

Yossel, April 19, 1943 - Joe Kubert - Tradotto da  D. Mattaliano - Free Books

Candidato agli Eisner Awards 2003, il volume narra le vicende del giovane Yossel, deportato dai nazisti insieme a tutta la sua famiglia nel ghetto di Varsavia. Yossel è il vero nome di Kubert, che mescolando auto-biografia e romanzo dipinge sé stesso tra i protagonisti della storia. Yossel: 19 Aprile 1943 è un crudo, spietato affresco su un periodo oscuro della storia dell'umanità, ricreato attraverso i bozzetti di un fantasioso bambino nato per disegnare. Allo stesso tempo, Yossel è un'ode ai fumetti e allo straordinario valore dell'immaginazione e del coraggio, in un mondo in cui persino la speranza venne messa a tacere.

Esperanto Gabos

Esperanto - Otto Gabos - Black Velvet 

Una realtà solo apparentemente simile alla nostra, in cui le differenze più forti posseggono una nota di familiarità... la capitale di uno stato che non si è ancora ripreso dalla guerra... una guerra che ha dato origine a uno stato, a una città a metà strada tra Calcutta e Manhattan, in cui le persone cercano di fuggire dalle proprie angosce e negano i loro problemi, muovendosi in fretta, senza fermarsi a pensare o riflettere. La religione è diventata solo un lontano ricordo, in questo stato laico in cui il solo principio che assomiglia a una forma di divinità è incarnato dal gioco d'azzardo, dalla lotteria nazionale, in cui i numeri sono estratti nel Palazzo del Gioco. La lingua unificante della popolazione è l'esperanto e dopo il conflitto la legge ha proibito tutte le forme di aggressività diretta, rimpiazzata e sublimata dai giochi di ruolo. Isidoro Bemporad, un uomo dall'aria da modesto impiegato, riesce finalmente ad arrivare a una delle più importanti società produttrici di giochi di ruolo, la Ludo Fantasta, e a farsi ricevere dal suo direttore. Il suo scopo? Proporgli un nuovo gioco che avrà sicuramente un successo strepitoso... un gioco intitolato La Seconda Guerra Mondiale! 

Secondo Lo spazio bianco Esperanto nasce dalla riflessione sulla natura della Shoah, con due punti centrali: il primo è che la Shoah è qualcosa di riproducibile. è il prodotto di un’organizzazione sociale ed economica basata sulla produzione di serie. Come le fabbriche riescono a sfornare migliaia e migliaia di pezzi identici, così la società è in grado di riprodurre l’indicibile, appunto la Shoah, in base ad un opportuno piano di produzione. Basta costruirne le fondamenta, definirne ed introdurne via via i vari componenti, prima di tutto culturali, per poi ritrovarsi con l’intera macchina di potere e sterminio pronta ad essere messa in moto, ma apparentemente spuntata dal nulla, da un altro universo, appunto. La seconda idea (presente anche nella Storia dei Tre Adolf, di Osamu Tezuka), alla prima strettamente legata, è che non si sfugge alla Shoah: non le sfuggono le vittime né i carnefici, poiché, pur sopravvivendo, mantengono i loro ruoli in una sorta di cristallizzazione paranoica. Nemmeno evadere in un altro universo consente di sfuggirle, dato che la Shoah è un prodotto degli uomini, e incombe ovunque essi siano. In questo senso, la visione dell’autore non lascia spazio ad alcuna consolazione e invita piuttosto alla costante vigilanza attiva, per evitare che i componenti della macchina dell’orrore appaiano di nuovo.