Les Affamés e The Cured | Torino Film Festival 2017

Il Torino Film Festival ospita da anni una sezione dedicata al cinema di genere, After Hours, che nel corso delle edizioni ha ospitato alcuni degli horror e degli action movies più interessanti usciti in tempi recenti.
Quest’anno ha prestato particolare attenzione agli zombie, una figura che nell'ultimo decennio ha visto un incredibile successo. In particolare, due film hanno tentato un approccio differente alla materia, con risultati però distanti: da una parte Les affamés, che riesce solo parzialmente nel suo intento, dall'altro The Cured, un horror originale e di spiccata intelligenza.

Il primo, del québécois Robin Aubert, è quasi un film corale che segue i destini intrecciati di alcuni sopravvissuti alla tradizionale apocalisse zombie. Il regista lavora attraverso la rappresentazione dell’immobile natura canadese per dare vita a un’atmosfera costantemente tesa e rarefatta, dove i non morti assumono connotati sempre più umani, contribuendo a generare inquietudine nel pubblico. Peccato però che la narrazione dispersiva finisca con lo sciupare le tante buone idee presenti nel film, che avendo successo solo nel suo aspetto visivo quasi sembra un grande spot per i paesaggi mozzafiato del Canada. Aubert non riesce ad arrivare mai a un punto, e i personaggi sono troppo semplici per rendere efficace la dimensione umana necessaria a far funzionare il suo lato corale. Il suo tentativo di rinnovare lo zombie movie si rivela quindi poco riuscito, cosa che invece non si può dire per The Cured, con il quale il regista David Freyne riesce a essere innovativo utilizzando il genere per raccontare, nello stesso tempo, la storia e la contemporaneità. A voler essere pignoli il suo non è un vero e proprio film di zombie: non racconta di morti tornati dalle tombe per divorare i vivi, ma di infetti spinti al cannibalismo da un virus. La sostanza però è la stessa, anche se The Cured non è ambientato come quasi tutti questi film durante l’apocalisse, ma dopo, in un’Irlanda che sta tornando alla normalità dopo che l’Europa è riuscita ad arginare la crisi. A dare titolo al film è l’aspetto inedito che Freyne aggiunge, ovvero la scoperta di una cura che permette agli infetti di tornare esseri umani, magari dopo aver perpetrato per anni violenze raccapriccianti ma involontarie. Il problema che questa cura comporta è doppio: da una parte ci sono i guariti, che conservano perfettamente i ricordi di tutti gli orrori di cui si sono macchiati, dall'altro la popolazione scampata al virus, non proprio contenta di riaccogliere nella società civile chi magari si è mangiato i suoi figli.

https://youtu.be/5IOOvCj93xM


Che il film parli di un problema di stringente attualità come quello dell’immigrazione è piuttosto palese, ma questo è solo il primo livello di lettura, perché man mano che la tensione tra curati e "normali" cresce arrivando a sfociare nel terrorismo, ci si rende conto che, essendo ambientato a Belfast, The Cured parla, anche, soprattutto, del conflitto nordirlandese. Ecco allora che la casa del protagonista, uno dei pochi curati ad avere trovato una famiglia pronto a riaccoglierlo in casa ma incapace di fare i conti con quello che ha fatto durante l’infezione, sorge proprio sul confine tra la parte cattolica e la parte protestante della città, in una delle strade più calde del trentennio dei “disordini”.
The Cured ha questa enorme qualità, di riuscire a parlare di tante cose contemporaneamente, perché l’allegoria di una guerra territorialmente limitata permette anche di riflettere su tutte le intolleranze, grazie a un’ottima sceneggiatura capace di illustrare perfettamente i meccanismi perversi che fanno nascere la violenza, senza mai assumere un punto di vista unico e accusatorio ma rappresentando le colpe e le responsabilità di tutte le parti. Come Romero, Freyne utilizza gli zombie, o chi per loro, per raccontare la società in cui viviamo, e riesce a farlo mescolando più piani, senza che mai che la sovrastruttura politica e antropologica finisca con il divorarsi il suo lato horror, che c’è e funziona. Talvolta ricorre a qualche soluzione narrativa un po’ facile, questo non si può negare, ma anche con questo e altri difetti The Cured è stata una bella sorpresa, capace di rigenerare un filone cinematografico che sembrava ormai saturo.

https://youtu.be/2u8cT4O7bEM