The Good Fairy - Le vie della fortuna

Anno: 1935

Regia: William Wyler

Cast: Margaret Sullavan (Luisa Ginglebusher), Herbert Marshall (Dr. Max Sporum), Frank Morgan (Konrad), Reginald Owen (Detlaff)

 

Un capitolo del Cinema Ritrovato di questa XXX edizione è stato dedicato alla figura di Carl Leammie Junior, giovanissimo uomo d’affari alla guida degli Universal Studios dal 1928 al 1936. I film da lui prodotti, sebbene all’epoca scarsamente considerati dal pubblico e dalla critica, appartenevano a un filone particolarmente in voga negli anni ’30, ossia quello dei “talkie" movies, ossia quei film dove i dialoghi dei personaggi sono una componente principale del corpo della commedia stessa. È questo il caso di The Good Fairy del 1935, diretto da William Wyler e formato da un cast di attori (Margaret Sullavan, Herbert Marshall, Frank Morgan) spesso presenti nelle produzioni di Carl Leammie Junior.

La trama è semplice: alla giovane orfana Luisa Ginglebusher (dotata dagli sceneggiatori del cognome più brutto della storia) viene offerto un lavoro da maschera in uno dei cinema più importanti di Budapest. Uscita dalla bolla dell’orfanotrofio e catapultata nello spietato mondo degli approfittatori, l’ingenua e naive Louisa ha il brutto vizio di credere a ogni cosa le si racconti. Attraverso un complicato gioco di eventi, incontra prima Konrad, un ricco uomo d’affari, viscido e dalle cattive intenzioni, e poi Max, un giovane e squattrinato avvocato, sognatore e idealista come lei. Louisa che sempre crede nelle favole a lieto fine, e crede lei stessa di vivere in una fiaba in cui è investita del ruolo di fata turchina, racconta a entrambi delle bugie a fin di bene, ossia quello di fare tutti contenti. Non considera tuttavia, che le sue piccole e ingenue bugie, si trasformeranno invece in una valanga di bugie colossali in caduta libera, che finiranno per trasformare le vita dei tre in modo inaspettato e radicale.

Come precedentemente detto, la trama è sì semplice, ma ciò non ostacola la buona riuscita della commedia.  Si ride di gusto durante i cento minuti di The Good Fairy e la commedia fila liscia fino alla fine, senza mai annoiare lo spettatore. Il merito va ai brillanti dialoghi dei protagonisti, alla loro spigliata ironia e alla loro magistrale caratterizzazione, dove di fatto ognuno rappresenta una diversa caratteristica: Louisa quella della purezza e dell’ingenuità, Konrad quella dell’affabulazione senza scrupoli e infine Max, quella della fede cieca nei propri ideali. Una commedia deliziosa e tutta da ridere.

 

Recensione a cura di Alice Michelini.

Photo credits: www.no6cinema.co.uk
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