Anno: 1937
Regia: Marie Epstein, Jean Benoît-Lévy
Cast: Jeanine Charrat (Rose Souris), Yvette Chauviré, (Mademoiselle Beaupré), Mia Slavenska (Nathalie Karine).
Opera de Paris, una scuola di danza classica, il Lago dei Cigni e lo zampino del diavolo, che a volte (e chi lo direbbe mai?) prende le sembianze di una giovanissima aspirante ballerina… Sono queste le coordinate chiave per inquadrare La Mort du Cygne, film in bianco e nero dedicato all’amore più puro per la danza classica: quello che mette le ali ai piedi delle ballerine, ma anche quello che può portare a compiere grandi sciocchezze.
E’questo l’amore che prova la dodicenne Souris, allieva della scuola di danza dell’Opera di Parigi Souris sogna un giorno di diventare come la sua madrina, l’irraggiungibile Mademoiselle Beaupré, prima ballerina dell’Opera, delicatissima e famosissima. Souris ama tutto della madrina: la spia durante le prove, venera le sue scarpette, si rifugia nel suo camerino ogni volta che le è possibile. Ma un giorno qualcosa sembra gettare una lunga ombra sulla luce della bella Beaupré: la prima ballerina viene sostituita nel suo ruolo di Cigno Bianco. La sostituisce un’altra giovane promessa del ballo, la russa Karine, un trionfo di stravaganza e talento, che presto conquista l’intera direzione artistica dell’Opera. Ma chi è quest’intrusa? Come osa prendersi il meritato posto della signorina Beaupré? Souris, livida di rabbia, non riesce ad accettare la realtà dei fatti. E così sull’onda del neonato rancore verso la sconosciuta Karine, alla prima del suo debutto nel ruolo del Cigno Bianco, Souris progetta un piano diabolico, che rovinerà la vita alla talentuosa ballerina e anche a sé stessa.
La Mort du Cygne, si presenta dunque come un bellissimo film non solo dedicato all’ossessione del ballo ma anche all’imprevedibilità della mente infantile. Ricorda il romanzo Espiazione di Ian McEwan, la storia della contorta Souris, che dopo aver sabotato la povera Karine, è destinata a viversi l’amore per il ballo nel costante senso di rimorso e timore di essere scoperta. E inaspettatamente, saranno proprio i suoi scheletri nell’armadio a liberare lei e l’invalida Karine, e a restituire entrambe l'amore per la danza.
Recensione a cura di Alice Michelini.