Anno: 1931
Regia: William Wyler
Cast: Walter Huston (Seth Law), Douglas Montgomery (Matt Law), Helen Chandler (Ruth Evans)
Negli anni ’20 e ’30, l’odierna app di Tinder, aveva le forme di una rubrica di giornale specializzata nella ricerca di mogli e mariti per tutti i gusti. È proprio questa la rubrica che Seth Law consulta immediatamente dopo i funerali di sua moglie. Seth è il tipico patriarca sessista, che percepisce la figura della moglie secondo l’equazione “donna = schiava”. È anche un pescatore a tempo pieno, un vero e proprio Poseidone del mare, che tramite il suo talento e il suo stacanovismo, tiranneggia gli abitanti del piccolo villaggio di mare in cui vive, umiliandoli di non essere forti e instancabili come lui. Come umilia gli altri, Seth è abituato ormai a umiliare da una vita anche suo figlio Matt. Matt, di animo sensibile e buono, soffre della convivenza insieme al padre e spera di fuggire presto da quella trappola chiamata casa. Le cose sembrano cambiare quando il padre, in cerca di una moglie, trova l’annuncio di Ruth, ingenua ragazza del Montana, in cerca di un marito a cui far da serva. Ma all’amore non si comanda e le cose si complicano quando la neo-moglie Ruth si infatua fin da subito del mite e premuroso Matt, così lontano e diverso dal terribile marito che ha sposato. Ruth percepisce la sua discesa agli inferi già nel momento stesso del matrimonio: la festa è una celebrazione grottesca, dove Seth e gli altri compaesani rivelano tutta la loro volgarità e inciviltà. Matt nel tentativo di strappare Ruth da quella che si prospetta un’agghiacciante notte di nozze col padre, involontariamente causa a Seth un grave danno fisico, che lo condannerà a una paralisi. Liberarsi del padre però, sarà più amaro che dolce nel finale.
Un film che decisamente marca una separazione nella filmografia di William Wyler, assumendo una piega più matura e riflessiva.
Recensione a cura di Alice Michelini.