Intervista ad Anna Fiaccarini e visita guidata agli archivi della Cineteca di Bologna

Lunedì 27 Giugno, Flashgiovani ha intervistato la responsabile della Biblioteca Renzo Renzi e degli archivi extra filmici Anna Fiaccarini e ha partecipato alla visita guidata degli archivi, una visita molto speciale realizzata all’interno del programma della 30° edizione del Cinema Ritrovato. Durante la visita, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere la storia della Cineteca di Bologna, i segreti degli archivi e tutti i behind-the-scenes della Biblioteca.

L’idea stessa della Cineteca nasce negli anni ’60, con l’obiettivo primario di conservare le memorie filmiche e non, relative al settore cinematografico. In questo contesto, gli archivi “non filmici”, offrono una testimonianza primaria di quelle che sono state le realizzazioni e le distribuzioni delle opere cinematografiche. La Cineteca attualmente conserva oltre 46.000 libri di cinema, oltre cento testate cinematografiche, oltre 200.000 manifesti (soprattutto di origine italiana), video (in pellicole da 35, 60 e 70 mm, infiammabili e non), i restauri dei video realizzati dalla Cineteca, oltre 5.000 videogiochi, le sceneggiature, gli appunti e le foto dei set di scena… Si tratta dunque di un fondamentale contributo per andare oltre la mera analisi del film e scoprire invece, un universo di dettagli e curiosità che elaborano una nuova chiave di lettura dell’opera cinematografica in sè. In questo contesto si colloca dunque il lavoro della Cineteca, divulgando così la cultura cinematografica in ogni sua forma.

Durante la visita, sono stati presentati dei veri e propri tesori degli archivi. Per esempio il Progetto Chaplin, reso possibile grazie a un esteso lavoro di catalogazione e digitalizzazione dei materiali donati dalla famiglia. Tra questi si possono trovare anche la collezione dei disegni datati al 1940 del Grande Dittatore (della David Robinson Collection) e alcune scene che nei film di Chaplin non compaiono. Ad esempio, la scena “dell’uomo-dirigibile”, poi ripensata da Chaplin in quanto immagine “troppo forte” per l’epoca: era appena emerso il fenomeno dei Kamikaze giapponesi, scatenando il terrore in guerra. Altri tesori sono l’esposizione dedicata a De Sica, donata dalla famiglia, i bozzetti originali di Alessandro Blasetti per i costumi di “Ettore Fieramosca” e gli oggetti di scena della “Corona di Ferro”. Gli appassionati di Ettore Fieramosca, potranno qui ammirare i costumi del protagonista Ettore, del cavaliere italiano, del mercenario francese, dell’assassino assunto da Cesare Borgia, e di tanti altri personaggi, riassunti nei coloratissimi bozzetti del 1938.

Preziosissimi poi i bozzetti pittorici e le oltre duecento ore di audio registrazioni sui set dei film di Pier Paolo Pasolini. Celebre a questo proposito è la discussione tra Anna Magnani e Pasolini sull’interpretazione del ruolo drammatico dell’attrice sul set di Mamma Roma. È dunque possibile ascoltare Pasolini spiegare alla Magnani l’importanza di recitare l’atto drammatico dalla fine, al fine di decostruire l’azione, iniziando dal pianto. Bellissime anche le opere di Antonioni, ad esempio Le Montagne Incantate (1975, della Collezione Carlo di Carlo), realizzate attraverso una modalità estremamente particolare. Per realizzarle, Antonioni disegnò acquerelli in formato molto piccolo, esplorandoli poi in un secondo momento, attraverso lo zoom della macchina fotografica (azione di blow-up): riprende in questo modo il particolarissimo stile dei suoi film, così attento ai dettagli più impercettibili…

Sono tantissime dunque le sorprese che riserva l’archivio extra filmico della Cineteca e per questa ragione abbiamo avuto l’onore di intervistare la responsabile degli archivi Anna Fiaccarini e dunque di scoprire ulteriormente il lavoro degli archivi in occasione del Cinema Ritrovato.

 

Flashgiovani: Anna, come si articola quotidianamente il lavoro della Cineteca?

Anna Fiaccarini: Ci sono vari settori di attività. Noi tutti facciamo capo alla una direzione culturale del luogo: il direttore culturale è Gianluca Farinelli, che imposta a inizio anno e segue molto da vicino i nostri grandi progetti culturali, quali la programmazione del cinema, le mostre, le edizioni… Poi vi sono i vari dipartimenti che fanno diventare concreti questi progetti, come quello dell’editoria (che poi è il nostro e si occupa degli archivi). Ad esempio, un mio collega è responsabile degli archivi filmici e quindi di tutta la parte di conservazione e digitalizzazione delle pellicole, proponendo anche restauri. Inoltre, ci sono gli eventi speciali come il Festival del Cinema Ritrovato, Visioni Italiane (che verte più sul cinema contemporaneo) e al di là di questi ospitiamo numerose iniziative: abbiamo delle attività ricreative rivolte al pubblico giovane e poi tutte attività che portiamo avanti in maniera continuativa, quali i servizi al pubblico, l’accesso agli archivi, la biblioteca, le collaborazioni con le università.

F: Come hanno contribuito gli archivi extra-filmici alla realizzazione del Cinema Ritrovato? Quale valore aggiunto hanno apportato alla realizzazione del Festival?

Gli archivi così detti non filmici hanno contribuito moltissimo alla realizzazione del Festival. Innanzitutto si svolgono oggi e domani le visite ufficiali per il 72°Congresso della FIAF. I delegati sono venuti da oltre 114 archivi di diversi paesi, quindi da archivi internazionali, e dunque abbiamo creato per loro un piccolo percorso guidato, selezionando le cose più preziose dei nostri archivi. Quindi abbiamo allestito una piccola esposizione al primo piano della biblioteca dove abbiamo fatto vedere alcuni veri tesori: ad esempio, i disegni preparatori de Il Grande Dittatore, i disegni realizzati da Pasolini per la preparazione di Mamma Roma, alcuni quadri fatti da Antonioni…

È stata anche realizzata una mostra dedicata a un cartellonista molto importante, Anselmo Ballester. La mostra si svolge ora in Sala Borsa ed è stata curata da Rosaria Gioia che è la responsabile dell’archivio fotografico e della grafica. La Cineteca infatti, da tempo ha molta attenzione ai disegnatori del cinema: dunque abbiamo organizzato degli incontri con alcuni dei disegnatori che hanno fatto in prima persona questa esperienza e in alcuni casi abbiamo invitato le loro famiglie che ci hanno raccontato come hanno lavorato. La mostra di Ballester si può vedere alla Biblioteca della Sala Borsa ma, anche qui, all’ingresso della torretta di accesso centrale della nostra biblioteca, ci sono quattro o cinque manifesti storici tutti di Ballester. Ballester è stato proprio uno dei padri del disegno di questa grandissima tradizione italiana di disegnatori per il cinema; appartiene ad un’epoca antecedente a quella che è stata l’epoca d’oro dei disegnatori, negli anni 50.

Per quanto riguarda gli altri settori, in questo festival andiamo anche a presentare le nuove acquisizioni della Cineteca. Andiamo per esempio a presentare l’archivio De Sica, depositato qui per volontà della famiglia. Oggi stesso alle 18.00, c’è la presentazione di un lavoro audiovisivo di montaggio basato sulle fotografie dell’archivio di Alessandro Blasetti, commentato dalla figlia di Blasetti. A questo proposito, la mia collega Michela Zegna, che cura il Fondo Blasetti, è andata ad intervistare la figlia che è stata assistente alla regia del padre. Dunque possiamo dire che ogni fotografia ha una storia e tramite questa iniziativa presentiamo proprio questo lavoro di montaggio e testimonianze, dove il lavoro delle immagini di archivio è centrale.

Abbiamo inoltre preparato, nella zona di ingresso della biblioteca, una selezione di immagini curata dal Centro Cinema Città di Cesena. Si tratta di una serie di trentadue bellissime fotografie di grandi attori e attrici intenti nell’atto di leggere. La selezione rende onore al Book Fair, la Fiera dell’Editoria Cinematografica, che si svolge nella biblioteca e aggrega oltre novanta editori italiani e stranieri di libri di cinema e di dvd. Dunque per omaggiare la biblioteca e la mostra dell’editoria si è pensato a una mostra a tema. I nostri colleghi di Cesena ci hanno gentilmente offerto questa selezione tematica che loro avevano già allestito. Infatti, con il Centro Cinema Città di Cesena, la Cineteca porta avanti la diffusione della cultura cinematografica, non solo a Bologna, ma anche a Cesena e dunque vi è una strettissima collaborazione nell’organizzazione di eventi insieme: rassegne, mostre, progetti condivisi di catalogazione... è una collaborazione molto importante e dunque ci fa molto piacere che siano stati nostri partner in questa piccola impresa. Non ultimo, l’archivio fotografico ha dato un grande aiuto alla realizzazione della mostra Lumière in Piazza Maggiore. Se la maggior parte dei pezzi provengono da istituzioni straniere, e dunque c’è poco di Bologna in questa mostra, è vero tuttavia che esiste un piccolo nucleo di documenti legati a noi, collegati proprio alle proiezioni Lumiere di Bologna. Dunque gli archivi non sono solo un luogo dove in maniera molto statica i materiali restano sugli scaffali, ma sono invece luoghi dove i materiali escono e vengono mostrati, diffusi. Il festival è una occasione importante per esporre più materiale possibile, sia quelli nostri, sia quelli provenienti da altri archivi internazionali.

F: Qual è l’aneddoto più interessante relativo ai materiali conservati alla Cineteca di Bologna?

AF: Ci sono tante storie e tanti aneddoti. Forse quello più interessante riguarda le audio registrazioni: sono una grandissima risorsa. Ad esempio, poter sentire la voce di Pasolini che litiga sul set di Mamma Roma con Anna Magnani perché non sono d’accordo sul metodo di recitazione per una scena drammatica… Le audio registrazioni secondo me permettono di poter riportarti sul vivo del fare cinema. Il film è importante, ma senza i documenti extra-filmici non puoi rintracciarne la storia. Ecco perché ci dicono molto di più questi documenti di quanto ci dica un film stesso: si può davvero vedere attraverso queste carte il film nel suo evolversi. Un altro aneddoto interessante: per esempio, il lavoro monumentale che ha fatto un altro collega, Roberto Chiesi, curatore del Centro Studi Pier Paolo Pasolini. Roberto, studiando il Decameron, si è accorto che sulla locandina del film c’erano rappresentati due personaggi, probabilmente una coppia, che però nel film non comparivano. Allora lui ha fatto delle ricerche e attraverso la sceneggiatura originale del montaggio del film, si è accorto che nel Decameron c’era un episodio extra di questo film. L’episodio raccontava di questa figura femminile Alibech, che viveva una specie di crisi religiosa e alcuni uomini, fingendosi di essere delle figure spirituali, abusavano di lei carnalmente. Subito abbiamo pensato che questo episodio fosse stato tagliato fuori per ragioni di censura. In realtà poi, intervistando la segretaria di direzione di Pasolini, Beatrice Marchi, abbiamo poi scoperto che questa era stata una scelta stilistica e non un ripensamento. Comunque, è curioso pensare che se non ci fosse stato uno sguardo attento alla locandina del film, nessuno avrebbe mai scoperto questa doppia versione di Alibech e quindi ecco perché ci sono delle storie attorno ai film e questi documenti ci parlano appunto di queste storie.

 

Intervista a cura di Alice Michelini il 27 Giugno 2016.

 

Archivi

Orari di apertura al pubblico
Martedì-Venerdì: ore 14.00-20.00
Sabato: ore 11.00-17.00 

Info e contatti
Responsabile Biblioteca Renzo Renzi: Anna Fiaccarini
anna.fiaccarini@cineteca.bologna.it

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