Panini Comics Impact: le interviste a Lupoi e Checchetto

Sabato 3 dicembre si è svolto, presso il Panini Store di Bologna di via testoni 5, la prima edizione del Panini Comic Impact, iniziativa nata all'interno dell'evento Panini Free Comic Book Day.

Per tutto il pomeriggio il direttore editoriale di Panini/Marvel Italia, Marco Lupoi, ha mostrato gli albi selezionati per l'occasione che, per l'occasione, sono stati distribuiti gratuitamente nelle fumetterie Panini e ha spiegato come è nata l'iniziativa e i criteri di questa selezione. L'incontro è stata anche un'opportunità per qualche anticipazione sulle nuove uscite, previste per il 2017.

Noi della Redazione ne abbiamo approfittato della presenza di Marco Lupoi e del disegnatore Marco Checchetto per chiedere una panoramica del mercato editoriale del fumetto in Italia e del lavoro che sta dietro una casa editrice con una storia e una tradizione ben precisa e riconosciuta non solo nel nostro Paese. Non sono mancati consigli e spunti interessanti rivolti a tutti coloro che intendono fare del disegno la propria professione.

Ecco, dunque, quello che ci hanno raccontato:

Intervista a Marco Lupoi:

lupoi

 

Di cosa ti occupi all'interno della redazione Panini?

Io sono il direttore editoriale del Gruppo Panini, che per una casa editrice di fumetti vuol dire la pianificazione delle uscite e il coordinamento di tutta la filiera produttiva. Noi, infatti, pubblichiamo fumetti non solo in Italia ma anche in vari altri paesi. Nello specifico sono anche Direttore Licensing: curo le relazioni con i principali editori con cui collaboriamo (Marvel, Disney, editori giapponesi...) e tutto ciò che serve per portare avanti il piano editoriale, chiaramente con una squadra di più di 60 persone che lavorano nella redazione Panini a Modena.

Vi occupate anche di scouting all'interno della vostra casa editrice?

Panini ha iniziato a occuparsi di fumetti circa 22 anni fa con l'acquisizione dei diritti Marvel, pubblicando principalmente fumetti tradotti, già usciti in altri paesi. Di materiale "italiano" abbiamo prodotto poche cose e, in genere, collaboriamo con autori che sono già più o meno conosciuti.

C'è comunque possibilità di proporsi come autori o disegnatori?

Sì, ci sono autori che si propongono e che prendiamo in considerazione. In questi anni inoltre c'è stata una grande attenzione al fumetto "indie" e online che seguiamo con grande attenzione e che teniamo d'occhio, abbiamo avvicinato artisti come Davide "Daw" Berardi, un autore nato dalla Rete con storie autoprodotte, di cui abbiamo pubblicato "A" come ignoranza. Difficilmente abbiamo prodotto autori che erano esordienti assoluti, di solito o avevano già pubblicato o avevano già un certo seguito e li abbiamo portati a bordo

Oggi, quindi, quali sono i canali dove principalmente andate a cercare? Internet? I social? Le accademie?

Più che i social io parlerei della "Rete". I fumetti più interessanti oggi si trovano più su blog o su progetti d'editoria che nascono dalla Rete e poi diventano cartacei (per esempio Sio). Un autore che oggi ha un seguito online desta più facilmente l'attenzione degli editori cartacei. Poi, per quanto riguarda il disegno di un filone tradizionale, per esempio d'avventura, devi avere delle basi. Io personalmente non ho mai visto qualcuno di pubblicabile che fosse un'autodidatta. Quasi tutti gli autori hanno un background di formazione ce fosse l'Accademia o una scuola d'arte.

Che cosa non pubblichereste mai?

Le uniche volte che abbiamo detto un no secco a qualcuno è stato quando c'è stato proposto qualcosa che aveva dei contenuti un po' sacrileghi o particolarmente "strong" da un punto di vista erotico. In passato abbiamo pubblicato contenuti sicuramente "adulti", in termini di violenza ed eros, ma abbiamo un limite oltre il quale non ci spingiamo. Diciamo che finché siamo nell'erotismo per adulti, in linea con la nostra storia editoriale, va bene, ma la pornografia vera e propria non l'abbiamo mai considerata. Per il resto abbiamo pubblicato di tutto: dalla fantascienza al fantasy, all'umoristico, all'horror... fino alle cose più "autoriali". Non ci sono generi a cui ci precludiamo.

A questo proposito, quali sono i generi che vanno per la maggiore oggi?

Sicuramente il genere supereroistico che è in grande spolvero da tanti anni. Un grande bacino di nuovi lettori oggi viene dal genere umoristico, da lì cerchiamo di fare dei progetti con autori importanti. Un fenomeno che stiamo seguendo con interesse è Mirka Andolfo che è un'autrice che fa un tipo di fumetto non proprio umoristico ma sicuramente molto piacevole allo sguardo, con un taglio molto interessante e trasversale, anche lei ovviamente nasce dalla Rete dove ha ottenuto un grande successo.

Intervista a Marco Checchetto:

checchetto

 

Qual è stato il tuo percorso professionale da fumettista/disegnatore?

Il mio percorso professionale nasce da quando ero ragazzino: un giorno mia nonna mi ha regalato un volume di SuperGulp della Mondadori dove all'interno c'erano moti personaggi a fumetti, tra cui molti supereroi (Spider Man, I Fantastici Quattro...), per cui è stata un'esplosione di esperienze diverse. Quella che mi colpì più di tutte fu una storia di Spider Man. Da questa storia è nata la mia passione. Ho sempre disegnato fin da quando ero ragazzino finché un giorno ho deciso di frequentare una scuola di fumetto dove ho imparato le basi che mi hanno portato poi a lavorare nel campo.

Di cosa ti stai occupando al momento?

Ho appena finito il mio ciclo su Star Wars e adesso sto lavorando su I Guardiani della galassia, nello specifico sulla serie di Gamora, scritta dalla sceneggiatrice dei film omonimi, Nicole Perlman, e sono quasi alla fine anche di questo percorso di cinque numeri su Han Solo. Poi non ho assolutamente idea di cosa andrò a disegnare ma sono in esclusiva per cinque anni con la Marvel per cui non c'è fretta (ride).

Dopo tanto tempo a disegnare storie scritte da altri ti è mai venuto in mente di creare qualcosa di tuo?

Io lavoro per la Marvel Comics per cui i supereroi sono appannaggio della casa editrice americana. Per la Panini ho lavorato l'anno scorso creando la mia serie personale, Life Zero, una serie horror di fantascienza, scritta insieme al mio amico di sempre Stefano Vietti, sceneggiatore di Dragonero per la Sergio Bonelli editore. Questa è nata proprio dalla voglia di scrivere qualcosa di mio.

Come avviene la scrittura di un fumetto e qual è il rapporto tra sceneggiatore e disegnatore?

Per quanto riguarda il lavoro per la Marvel Comics sono gli editor che mettono insieme la squadra sceneggiatore-disegnatore-colorista che si occuperà della testata. Ci può essere, il più delle volte, una simpatia tra sceneggiatore e disegnatore per cui è facile che vengano associati per creare qualche serie. Ad esempio con Greg Rucka abbiamo lavorato a Punisher ed essendoci trovati molto bene insieme ci hanno affidato anche Star Wars. Di solito a me arriva la sceneggiatura dall'America e io disegno il fumetto. Per quanto riguarda Life Zero, invece, la serie è stata ideata da me e Stefano: abbiamo scritto la storia insieme e buttato giù il soggetto di massima con tutto quello che doveva servire per creare una storia. Poi io mi sono occupato del disegno e lui dei dialoghi e l'abbiamo presentato alla Panini dove è piaciuto subito.

Hai consigli per i giovani che vogliono intraprendere questa carriera?

Il consiglio principale è sicuramente quello di disegnare tantissimo, tutti i giorni per molte ore al giorno. Ed è l'unico modo per riuscire a farlo come lavoro, al di là delle scuole e delle botteghe varie. Fare il disegnatore di fumetti è un po' come fare l'attore o il calciatore, ci vuole molta dedizione perché non è un lavoro come un altro. Disegnare tantissimo ma anche leggere tantissimo, comprare tanti fumetti di tutti i tipi ma anche film, videogames, romanzi. Tutto ciò che è entertainment è fondamentale: chi non si documenta, chi non legge difficilmente diventa un autore.