Storie bestiali

Quanti animali esistono sulla terra? Come si nutrono? Hanno dei gusti raffinati o prendono solo ciò che gli capita? Come dormono? Ma soprattutto…come fanno la cacca?

Queste e altre curiosità sono contenute in Storie Bestiali di Papik Genovesi e Sandro Natalini, edito da Editoriale Scienza, la casa editrice triestina che si occupa di educazione scientifica per bambini e ragazzi che abbiamo avuto occasione di incontrare alla Bologna Children’s Book Fair. Per l’occasione abbiamo rivolto alcune domande a Sandro Natalini, illustratore e co-autore del volume. Ecco cosa ci ha raccontato:  

 

1) Com'è nato questo progetto?

Gli animali con le loro curiosità riescono facilmente ad affascinare e incantare il giovane pubblico dei lettori. Nel panorama editoriale ci siano svariati esempi su questo tema, ma spesso possiedono un impianto didascalico da “triste” sussidiario scolastico. Storie bestiali. Vite, amori e curiosità da mondo animale punta a differenziarsi per un nuovo approccio con il lettore. Innanzitutto il tono con cui vengono articolati i contenuti scientifici, accuratamente elaborati dall'illustre zoologo Papik Genovesi, mira a essere “leggero” e accattivante: divulgare la scienza in modo divertente è possibile, senza naturalmente svilire la scientificità del contenuto, e ciò appariva, tanto a me quanto a Papik, una bella sfida che valeva la pena di essere affrontata.

Gli undici capitoli - dal "cibo" alla “cacca”, passando per il “corteggiamento” e la “comunicazione" - si strutturano con un occhiello che introduce al tema, esemplificato poi da un ventaglio di casistiche. Queste, ogni volta, si aprono con gli invertebrati fino ad arrivare ai mammiferi, in quanto, come sottolinea Papik, è necessario sensibilizzare le nuove generazioni sull’incredibile varietà del regno animale, mettendo in luce anche le creature meno conosciute. Il tutto è accompagnato dalle illustrazioni, elaborate da me digitalmente, che vivacizzano la pagina. Il lettore può procedere secondo un ordine personale, grazie ai contenuti suddivisi in box dedicati a ciascun animale. Il box titolato “Scimmia curiosa”, per esempio, costituisce un ghiotto approfondimento per un prodotto editoriale che ritengo possa essere apprezzato da una fascia di pubblico trasversale.

 

2) Conoscevi già Papik Genovesi? Che cosa hai imparato tu, come co-autore, lavorando a questo libro?

Ho conosciuto Papik anni fa grazie ad amici comuni e ogni volta che ci incontriamo rimango incantato dai racconti dei suoi viaggi e dalle creature meravigliose che ha avuto la fortuna di vedere e studiare nel loro habitat.  Uno tra questi è il bizzarro kiwi, che da sempre sogno di vedere dal vivo. In ogni capitolo ci sono spunti per diverse riflessioni: dal piccolo e coloratissimo ragno pavone, il Roberto Bolle degli aracnidi, che per conquistare la femmina si prodiga in un incredibile balletto, passando per il pericoloso casuario australiano, che con il suo artiglio affilato può persino uccidere un uomo, ma che poi si rivela un vero papà modello, fino ad arrivare al cebo cappuccino, che strofinandosi dei millepiedi sulla pelliccia riesce a proteggersi da acari e pulci. Ogni specie con le sue caratteristiche è unica e preziosa, il risultato di una storia evolutiva iniziata più di tre miliardi di anni fa, e proprio per questo l’estinzione di una di esse è una grave perdita per tutta l’umanità.  Finora gli studiosi hanno classificato ben 2 milioni di specie, ma pare ce ne siano altre 5 milioni che non conosciamo e che ovviamente non potremmo mai conoscere se non cambieremo le nostre abitudini e le nostre politiche nel salvaguardare il pianeta, e di questi tempi purtroppo c’è di che preoccuparsi…

 

3) Hai avuto indicazioni particolari per i disegni o hai deciso tutto da solo?

Ogni illustrazione è stata vagliata da Papik e da Giacomo Spallacci, di Editoriale Scienza, in quanto la palette cromatica, i dettagli formali e il contesto naturalistico dovevano rimandare morfologicamente all’animale di riferimento. Non è stato certamente semplice elaborare in digitale certi animali, ma vedere  poi il risultato in forma libraria è sempre emozionante e cancella la fatica della preparazione delle illustrazioni. Alcuni illustratori producono ogni anno diversi titoli, io preferisco che ogni titolo sia curato nei dettagli e soprattutto sia frutto di un’attenta riflessione progettuale e di comunicazione. In questo caso, ad esempio, le infografiche a conclusione di ciascun capitolo sono state particolarmente impegnative, in quanto di volta in volta variabili per i contenuti trattati e non applicabili a una griglia immaginativa. Intendere ogni nuovo libro come una sfida è ciò che mi intriga maggiormente di questa professione.

 

4) Ho letto che organizzi un Seminario Permanente Internazionale sulla Fiaba all'Università per Stranieri di Perugia, ci puoi dire qualcosa al riguardo?

Il Seminario Permanente Internazionale sulla Fiaba, coordinato dai professori Giovanna Zaganelli e Michele Rak, e di cui sono membro del comitato scientifico, si inserisce in un progetto di ricerca con atenei stranieri, quali quelli di Badajoz in Spagna e Gant in Belgio. Il bagaglio d'insegnamento che la fiaba porta con sé riesce, da sempre, a intrecciare valori identitari ed etici, regole di convivenza e processi di interazione culturale nonché di coesione sociale, riuscendo a declinarsi in molte modalità, da quella della comunicazione pubblicitaria a quella dell’editoria illustrata. Nel mio campo specifico la fiaba illustrata, con l’interdipendenza fra testo e immagini, riesce ogni volta a prendere nuove forme espressive senza perdere la sua identità, ed è estremamente interessante il confronto editoriale tra testo e immagine nel panorama internazionale di questa particolare forma letteraria.