di Francesca Iacobo
Il 6 gennaio al Cinema Europa è stato proiettato Funne. Le ragazze che sognavano il mare di Katia Bernardi. La regista è stata anche ospite al Loft Kinodromo prima della proiezione per presentare il libro tratto dal film. Ecco l'intervista alla regista che abbiamo fatto in occasione del film.
Coraggioso, ironico, vero.
Queste le parole che più si addicono a definire il documentario delle Funne, dodici "giovani" ottantenni originarie di Daone, un paesino immerso nel verde delle valli trentine. Queste donne sono tutte accomunate da un sogno, vedere il mare per la prima volta nella loro vita, e per farlo sfideranno i pregiudizi e gli acciacchi dell'età, la paura e la crisi economica.
Le Funne ("donne" in dialetto trentino, che deriva dal latino "foemina") sono una comunità di sole donne, disposte a tutto per raggiungere il proprio obiettivo, e per farlo non si limiteranno a vendere dei dolci, ma poseranno per un calendario. Una sorta di "Calendar girl" trentine che grazie al sapiente aiuto di un fotografo riescono a mettere a nudo la propria anima.
Il loro è diventato un vero e proprio caso mediatico grazie al crowdfunding avviato dal social media manager Alberto Gianera, che ha "iniziato" il gruppo di donne a facebook, dove, lanciando un appello video (qui il link) e sfidando il mondo di internet a loro sconosciuto, sono divenute celebri e in seguito intervistate anche in radio ottenendo un grande successo tra gli ascoltatori. Proprio perché il pubblico è rimasto sensibile a quella voglia e ingenuità di questo gruppo di donne disposte a mettersi davvero in gioco per realizzare un loro desiderio.
Questa è una storia di donne, quasi tutte vedove tranne la protagonista Erminia, raccontata con gli occhi di una donna. Un progetto nato tre anni fa che parla di prime volte: non solo la prima volta al mare, ma anche la prima volta in cui le signore vengono truccate, la prima volta in cui ognuna delle protagonista si fa una bella foto (che come dicono loro stesse è quella che potrebbero usare sulla lapide), la loro prima volta a Roma durante l'anteprima del film.
Ciò su cui verte il documentario è proprio il coraggio che viene dimostrato da queste simpatiche ottantenni, un coraggio molto più riconosciuto al di fuori che all'interno del paese, che tende a schiacciare il loro spirito libero e gioviale. Ed è proprio grazie a questo spirito, e alla disarmante sincerità con cui le protagoniste si pongono davanti alla telecamera, che il film riesce a far breccia in questo mondo di comunicazione. Una sincerità e simpatia che traspare durante tutto il corso del film.
La regista, anche lei trentina, è diventata parte integrante di questo gruppo di donne, durante tutto il tempo trascorso assieme a loro. Tanto che la regista del documentario ha ampliato il progetto anche a un libro, di cui è autrice e che porta lo stesso nome del film, in cui ha potuto lasciar maggior sfogo alla sua fantasia e scrivere anche quelle scene che per questione di budget non era stato possibile girare. Come ad esempio nel finale in cui un grande camion pieno di sabbia viene portato a Daone e riempie la piazza di sabbia dove le funne, che hanno deciso di non compiere il viaggio per l'isola Croata di Ugliano, famosa non solo per il mare ma per la celebrazione della Madonna della Neve, una festività importante per tutte le signore, immergono i loro piedi in delle bacinelle piene d'acqua.
Un documentario vero e appassionante, capace di far sognare e di far credere che, se davvero lottiamo per realizzare i nostri sogni, forse niente è del tutto impossibile.
Non perdetevi i prossimi appuntamenti del Kinodromo, con gli incontri e gli eventi al Loft prima della proiezione dei film. Stasera alle 21.15 al Cinema Europa, Il vortice fuori di Giorgio Affanni e Andrea Grasselli.