di Francesca Iacobo
Ieri sera in occasione dell'inaugurazione di Visioni Italiane, il festival degli esordi promosso dalla Cineteca di Bologna che si terrà dal 27 febbraio al 5 marzo, è stata presentata la versione restaurata di Palombella Rossa dal regista Nanni Moretti, e dallo scenografo del film Giancarlo Basili, con un doppio appuntamento alle 18 e alle 21 al Cinema Arlecchino.
Il restauro in 4K realizzato dalla Cineteca Nazionale con la supervisione dello stesso Nanni Moretti e la collaborazione alla color correction di Giuseppe Lanci, direttore della fotografia, ha portato sullo schermo una nuova visione straordinaria del film di Moretti: l'ultimo atto di Michele Apicella, dirigente PCI smemorato e pallanuotista che galleggia tra una vasta riflessione sul presente e una autoanalisi per via metaforica.
Quello che vediamo in questo film è un mondo apparentemente lontano da noi, ma quello che emerge è in realtà la capacità profetica del film di Moretti di dipingere quelli che sono i giorni nostri, e di focalizzare quello che è uno sguardo profondo sulla società italiana.
Moretti compie una riflessione sulla sceneggiatura del suo lavoro, dato che negli anni 80 vi è un giusto ritorno dell'importanza della stessa. Da spettatore si accorge di come vi sia una sorta di ritorno a un accademismo, mentre al contrario nel corso di questo film i molti passaggi obbligati di una sceneggiatura tradizionale sono saltati. Questa è infatti una reazione e quasi una presa di posizione del regista nei confronti di quei "compitini ben fatti", che lui rifiuta raccontando la crisi e la confusione di un militante comunista in modo narrativamente più libero.
"Io a un certo punto inizio a cantare Battiato...perchè? Non lo so" dice Moretti ridendo.
"L'inizio delle riprese è stato fatto senza una sceneggiatura dettagliata". Il film viene infatti descritto dal regista come uno dei più faticosi, girato di notte dalle 10 alle 5 del mattino: "L'intervallo tra un pasto e il bagno? Anche zero minuti". Dove il tuffarsi e rituffarsi in piscina sembra quasi una condizione imprescindibile sia del protagonista che dell'intera struttura su cui si regge il film, dove le risate e il no sense che a volte fa capolino riescono a coinvolgere e a suscitare ilarità nello spettatore che quasi non si accorge di passare un'ora e mezza in piscina. Una storia di fine anni 80 ma che sembra attuale ancora oggi, e che questa versione restaurata porta a nuova luce.
Non perdetevi i prossimi appuntamenti del festival Visioni Italiane, qui il programma completo.
Stasera, martedì 28 febbraio alle 20.30 al Cinema Lumière il film Vedete, sono uno di voi, di Ermanno Olmi, sulla storia personale del cardinale Carlo Maria Martini.