di Francesca Iacobo
Continuano gli appuntamenti del Kinodromo con gli eventi e gli incontri al Loft prima e dopo la visione dei film: ieri sera al Cinema Europa è stato proiettato il docu-film Milano, Via Padova, lungometraggio di Antonio Rezza e Flavia Mastrella.
Gli artisti, già mercoledì scorso al Teatro Duse con lo spettacolo 7-14-21-28, ritornano con un film irriverente con uno stile che si allinea alla loro performance teatrale, trasponendo sullo schermo una provocazione alla società di oggi. Due piani, quello teatrale e quello cinematografico, che viaggiano in realtà sulla stessa dimensione.
Milano, Via Padova è un documentario realizzato tra il 21 e 22 maggio 2011, con un girato di 8 ore, inizialmente nato come cortometraggio per Rai Tre, e poi divenuto negli anni un vero e proprio lungometraggio che racconta in 70 minuti due giornate in una via di Milano, tra i passanti incontrati sulla strada e nei parchi vicino. Antonio Rezza ferma chiunque gli capiti a tiro, una commistione di italiani e extracomunitari, cercando provocatoriamente di capire come il "diverso" venga accettato nella società di oggi. Ciò che vediamo sullo schermo non è solo un'intervista, ma un vero e proprio atto performativo dell'artista, che prende forma dalla reazione dei passanti e dagli effetti creativi che si creano durante le riprese come "perle incastonate nel nulla".
Le persone coinvolte risultano tutte partecipi, senza cogliere appieno la provocazione della domanda "Ma lei lo prenderebbe uno straniero in casa? Solo lì a far nulla?". Le risposte sono le più disparate e superano molte volte i confini del razzismo perché "Sono le risposte più malvagie a dare ritmo al film, lo stronzo ha un ritmo maggiore. Se uno è bravo non verrà mai intervistato", afferma Rezza. Alcuni "bravi" in realtà c'erano, ma il film è senza dubbio composto per lo più da persone intolleranti di età medio-alta ("Perchè i giovani, hanno un'idea diversa. Ma che si tengano la loro giovinezza, nel girato non ci mettono piede") che ci mostrano uno spezzone di una realtà che non vorremo mai vedere.
A fare da atmosfera al film i canti tipici di vari paesi: Marocco, Perù, Bangladesh, Turchia, Ecuador, Italia e molti altri, dai quali gli autori sono partiti per mettere a proprio agio le persone intervistate. Proprio perché i canti e le filastrocche aprono a quelle che sono le diverse culture e permettono agli stranieri che fanno fatica a parlare in italiano di esprimersi a modo loro.
Questo film dimostra quanto in realtà Via Padova sia una via colorata, ricca di una commistione di razze che possono convivere tra loro, una realtà fatta di molti pregiudizi, ignoranza ma anche tolleranza, quest'ultima una delle cose meno evidenti ma anch'essa presente. La loro intenzione infatti non è quella di fare un film sociale, ma un film che possa colpire l'attenzione e che, anche se girato nel 2011, nel periodo del ballottaggio tra Pisapia e Moratti, non è mai sembrato così attuale.
Il film, prodotto in maniera indipendente dai due artisti e sostenuto da Fondazione Gaetano Bertini Malgarini Onlus, non ha una distribuzione ufficiale; sono infatti loro stessi a contattare quei cinema più liberi da dinamiche di circuito, come è sempre stata la realtà del Kinodromo, cercando degli spazi che possano anche comunicare tra loro e far arrivare il messaggio che vogliono trasmettere. Sempre irriverenti e sempre provocatori, coinvolgono lo spettatore in un film che lascia il segno, e dimostra che alla fine c'è molta più tolleranza nei modi che nella parole, un concetto che voleva emergere ed emerge nel film in modo sarcastico e dirompente. Perché alla fine, come dice uno degli intervistati, "Quando il cervello è ignorante, si può fare tutto".
Di seguito il trailer del film.
https://www.youtube.com/watch?v=HWRdFQ4W-go
Milano, Via Padova sarà in programmazione al Cinema Europa per tutta la settimana.
Da non perdere inoltre gli appuntamenti di febbraio con Mondovisioni, con le proiezioni al Cinema Europa, e gli incontri prima e dopo i film al Loft Kinodromo. Qui il programma completo.