Nocturnal Animals
di Tom Ford - USA, 116'
con Jake Gyllenhaal, Amy Adams, Aaron Taylor-Johnson, Michael Shannon, Isla Fisher e Armie Hammer
Minimalismo e violenza: la firma dello stilista Tom Ford sigla con Nocturnal Animals una pellicola cupa e intima che nuovamente impressiona il pubblico del festival di Venezia dopo il debutto proprio al Lido del noto designer come regista nel 2009 con il lungometraggio A Single Man.
E anche in questo caso, come allora quando ingaggiò Colin Firth e Julianne Moore, Tom Ford sceglie un cast a prova di bomba: Amy Adams - che ha già fatto impazzire la Biennale 73 con l’altra pellicola con cui è in concorso, Arrival - Jake Gyllenhall, Aaron Taylor Johnson e Michael Shannon.
Tratto dal romanzo “Tony and Susan” di Austin Wright, Nocturnal Animals racconta la storia di Susan, una gallerista e artista in carriera ma che vive un’esistenza fatta di apparenza e una storia d’amore ormai agli sgoccioli. La sua routine è spezzata da un ritorno: quello del suo ex marito Edward che le invia da leggere un romanzo a lei dedicato e le chiede di darle un parere. Mentre Susan divora le pagine del libro, noi veniamo catapultati all’interno di un thriller violento e soffocante: è l’immaginazione della protagonista a rendere il romanzo di Edward vivido ed estremo.
Nocturnal Animals, così si chiama il romanzo, ci racconta la storia di Tony/Edward che di notte intraprende un viaggio in macchina per tornare in Texas con sua moglie (Susan, appunto) e la loro figlia adolescente. Lungo la strada vengono assaliti da un gruppo di tre uomini del posto: il loro capo, interpretato da Aaron Tyler-Johnson, si rivela un feroce, seppur carismatico, leader. È proprio questo personaggio ad impersonare il contrasto tra le passioni e l’istinto, di cui lui è portavoce, e il mondo borghese, ricco e arrogante in cui Susan vive.
Nel mondo selvaggio in cui Tony e la sua famiglia vengono catapultati, l’unico a rappresentare un punto fermo, concreto è il detective Bobby (Micheal Shannon): perseguendo la sua volontà di giustizia, Bobby affianca Tony nella ricerca degli assalitori. Una figura paterna che raffigura quel padre che Edward aveva perso durante l’adolescenza.
Insieme a Susan scopriamo presto che il romanzo di Edward è una mise en abyme della sua storia d’amore con Edward, del dolore che lei aveva provocato al marito abbandonandolo per un altro uomo: ogni momento del romanzo le rivela la sofferenza procurata, le insicurezze di entrambi, il desiderio di rivalsa che l’ex marito prova nei suoi confronti.
“Ognuno scrive di se stesso”, urla Edward a Susan quando spiega il suo punto di vista sul suo essere scrittore: il confronto tra i due protagonisti è semantico, oltre che amoroso. Susan non accetta quelle che crede essere le debolezze dell’ex marito, mentre il romanzo le rivela pagina dopo pagina di aver imboccato una strada apparentemente sicura - una vita pragmatica - ma che le ha regalato esclusivamente una vita infelice.
È solo un film di vendetta quello che ci regala Tom Ford? Non esattamente.
Tom Ford in conferenza stampa ci indica la strada per comprendere il suo film: un’esperienza amara, quella di Susan, ma che può lasciarci con un senso di sollievo: la protagonista, seppur soffrendo, ha ormai intrapreso un percorso che non la porterà più indietro sui vecchi errori.
Per la redazione Claudia Ingrassia