Gregory Rosboff va alla ricerca delle origini della sua famiglia partendo dalle assolate campagne del Wisconsin fino alla gelida Mosca dove collabora a un'insurrezione per rovesciare (letteralmente) il crudele zar Pierluigi IV. Nel mezzo delle vicende i personaggi sono immersi nella lettura di un libro "Le entusiasmanti avventure di Max Middlestone e del suo cane alto trecento metri" che racchiude importanti verità.
Potrebbe essere tranquillamente l'incipit di un grande classico ottocentesco o di un romanzo d'avventura, ma non lo è.
Si tratta, invece, dell'incipit del libro, edito da Feltrinelli, di Tito Faraci e Sio, Le entusiasmanti avventure di Max Middlestone e del suo cane alto trecento metri, un esperimento interessante di "sceneggiatura per fumetti" in cui la narrazione è divisa in due parti: la descrizione delle tavole (fatta da Faraci) e la loro relativa rappresentazione a fumetti, realizzata da Sio (ma che potrebbe non essere l'unica interpretazione possibile, Umberto Eco docet) con la convinzione che "nessuno può sceneggiare la vita...non funziona così".
Sebbene la sceneggiatura (in questo caso particolare quella per i fumetti) sia un tipo di scrittura rivolta, in genere, agli addetti ai lavori, questo libro ha il merito di renderla un vero e proprio genere letterario, facilmente comprensibile e apprezzabile da chiunque. La brevità del racconto (circa 120 pagine) e l'ironia dei disegni di Sio contribuiscono a far sì che la lettura sia scorrevole e divertente, il che certamente non guasta.
Si tratta di un'operazione metatestuale in cui i due autori prendono in giro soprattutto sé stessi e poi il loro mondo (quello dei fumetti, in particolare le tanto stimate graphic novel). Il risultato è un libro che diverte in maniera nuova e creativa, un'opera (finora) unica nel suo genere.