One More Time With Feeling
di Andrew Dominik - Gran Bretagna, 112'
Negli ultimi anni, la figura di Nick Cave, ripulita dall’etichetta (sempre troppo riduttiva) di artista maudit, maledetto, era stata avvolta da un’aura quasi mistica e profetica: gli ultimi album sono stati un crescendo di riferimenti biblici, un’ossessione che lo ha sempre accompagnato e che finora è sembrata più una forma di religiosità romantica.
Eppure la pellicola One More Time With Feeling di Andrew Dominik ci svela l’anima veramente tormentata dell’artista un anno dopo la dolorosa perdita del figlio Arthur in uno sfortunato incidente sulle cui dinamiche si discute ancora oggi sulla stampa di tutto il mondo.
La pellicola ci mostra un Nick Cave sull’orlo di un inferno personale: non si parla come in passato però di droghe e alcol, ma del suo esser sopraffatto dal totale senso di vuoto che la scomparsa del figlio ha generato nella sua vita. Un uomo che ha perso la visione del futuro, e che, come afferma lui stesso nel film, non è più in grado di predire e comprendere le sue azioni.
One More Time With Feeling nasce come making of dell’ultimo album di Nick Cave, Skeleton Tree di cui vediamo i momenti salienti della registrazione e alcune toccanti scene di esecuzione dell’artista insieme ai suoi Bad Seeds. L’impronta artistica del film è profondissima, non solo per la scelta dell’argomento, ma per lo splendido bianco e nero con cui è realizzato e un inaspettato quanto accordatissimo 3D che ci offre uno sguardo intimo su Nick Cave.
Seguiamo Cave nell’elaborazione dei testi e degli accordi e scopriamo il legame di profonda amicizia che lo lega al suo fedele amico e compagno nella band, il poliedrico musicista e compositore Warren Ellis. A lui va il difficile compito di aprire il film con una piccola e intima confessione su Cave e sulla sua elaborazione del lutto.
Warren Ellis riveste per Cave un’importanza fondamentale per la realizzazione dell’album, perché è lui a “cercare di tenere tutto insieme”: il riferimento non è esclusivamente quello musicale, ma molto più profondo e sentimentale.
Il regista Dominik, a tal proposito, interroga spesso nel film Nick Cave sul motivo per cui nel suo ultimo album sia assente una formula narrativa definita: la disillusione dell’artista è tangibile anche in questo, nella sua difficoltà di raccontare come in passato “storie” con un senso, con un preciso scopo o una riconoscibile morale.
Con One More Time with Feeling ci allontaniamo dall’idea dell’artista/Cave e ci immergiamo, nella sua fragile umanità.
La vita tormentata di Nick Cave ha avuto molti alti e bassi, fuori e dentro l’inferno, come a seguito della morte del musicista e amico di eccessi Tracy Prew. Quella perdita condusse Nick Cave verso la strada della disintossicazione e ci regalò l’album Tender Prey ricco di riferimenti religiosi e di speranza. Questa volta Cave sembra fare il percorso contrario, dove la morte del figlio lo conduce nuovamente nell’incertezza e nel vuoto.
Un uomo che si sente in declino, che crede di andare verso il decadimento. Malinconia e desiderio di essere nuovamente toccati dalla speranza sono le tensioni che avvertiamo più
forti nel film: in questo senso assumono particolare peso il figlio Earl e la moglie Susie, che hanno il compito di riportare Cave in qualche modo alla realtà.
L’artista incendiario e passionale, sembra in alcuni momenti un uomo che è stanco di porre domande e chiedere risposte: “credi in Dio ma non ottieni alcuna dispensa speciale” canta in Skeleton Tree. Eppure Cave dimostra partecipando a questo documentario ancora una grande forza morale: sfidando la curiosità dei tabloid, ci offre lui stesso la sua confessione o meglio la sua psicoanalisi.
One More Time With Feeling è un film che, scommettiamo, commuoverà e colpirà anche coloro che non sono fan del musicista Nick Cave, grazie alla sua delicatezza e al contempo potenza musicale e visiva.
Per la redazione Claudia Ingrassia
Il trailer del film
https://www.youtube.com/watch?v=svru1jNLIK8