Babyteeth: recensioni da Venezia 2019

Regia: Shannon Murphy
Con: Ben Mendelsohn, Essie Davis, Eliza Scanlen, Toby Wallace, Andrea Demetriades
Australia, USA - 2019

L’adolescenza è un periodo difficile, ma per Milla, protagonista di Babyteeth della regista Shannon Murphy, la disobbedienza e le piccole grandi ribellioni della sua età hanno un significato diverso dal consueto: la giovane sedicenne è infatti malata gravemente e da subito scopriamo che per lei ci sono poche speranze di una guarigione.

Un’adolescente scontrosa, a tratti eccentrica, in una famiglia che può sembrare strampalata e sopra le righe ad uno sguardo superficiale, ma che assomiglia alle tante famiglie che vivono esperienze simili di malattia e sofferenza.

Milla è interpretata dal giovane astro nascente Eliza Scanlen, che vedremo presto nuovamente sul grande schermo nel ruolo di Beth March in Little Women, al fianco di attori ben più consolidati come Emma Watson, Meryl Streep, Timothée Chalamet e Laura Dern. Un’attrice in erba il cui solo volto basta a dare al suo personaggio quell’aspetto dolce e al contempo forte che rende la pellicola Babyteeth amara e romantica allo stesso tempo.

Romantica perché, come in ogni buon film di formazione che si rispetti, racconta anche l’amore: Milla si innamora, anzi, “sceglie di innamorarsi” di Moses (Toby Wallace, star di The Society, serie tv di Netflix), un giovane a cui non manca nulla del cliché del cattivo ragazzo: tatuaggi, cicatrici, atteggiamento spavaldo, problemi di droga, un lavoro da spacciatore di farmaci e droghe, una famiglia perbene alle spalle che però lo ha allontanato da casa.

I due giovani si conoscono alla fermata della metro, come nelle più belle storie di amore adolescenziale, ma i problemi di entrambi sorgono alla superficie in poco tempo: ad aiutarli in questo percorso complesso di crescita personale e di consapevolezza, ci sono i genitori di Milla, interpretati da Essie Davis e Ben Mendelsohn.

Due genitori assolutamente non perfetti: lei, ex pianista di successo e con problemi di paranoie psicotiche, lui psicologo ma che trattiene a stento il dolore per la malattia della figlia. E in effetti essere una famiglia imperfetta è pur sempre la normalità e non un’eccezione.

Moses è un personaggio ben caratterizzato, credibile nel suo essere ingovernabile e anche un po’ pericoloso, profondo e emotivo come lo sanno essere i giovani della sua età: i primi piani che ci regala di lui la regista Shannon Murphy lo rendono affascinante proprio come potrebbe esserlo un adolescente sbandato agli occhi di una ragazzina ingenua come Milla.

Milla, d’altro lato, è una giovane che sa leggere velocemente la realtà, che non si fa spaventare dalle sue contraddizioni e che chiede infine di vivere un amore unico e senza limiti nonostante la malattia.

Il titolo Babyteeth evoca quel dente da latte che Milla, nonostante l’età, non ha ancora perso: ci ricorda che questo è un film in primis sulla presa di coscienza di sé e delle responsabilità dell’età adulta e sulla voglia di vivere a modo proprio tipica della fanciullezza.

Recensione di Claudia Ingrassia dalla 76esima Mostra del Cinema di Venezia

 

https://youtu.be/I990jE6MY9g