In occasione del Consiglio Comunale dello scorso 4 febbraio Marilena Pillati, attuale vicesindaco del Comune di Bologna, ha ricordato con un comunicato e un minuto di silenzio Andrea Cammelli, fondatore di Alma Laurea ed ex docente di statistica, scomparso nei giorni scorsi.
Ti proponiamo il comunicato ufficiale:
"Gentile vicepresidente,
consigliere e consiglieri, colleghi di Giunta, il 29 gennaio è venuto a mancare, dopo una malattia che lo aveva colpito in modo molto aggressivo, il professor Andrea Cammelli.
Docente di Statistica Sociale all’Università di Bologna, Andrea Cammelli ha ideato e fondato il consorzio AlmaLaurea, che ha diretto dalla sua nascita nel 1994 fino al 2015.
Quinto di 12 figli era nato il 4 marzo 1943, lo stesso giorno di Lucio Dalla.
Dal padre Sergio, fiorentino e amico del sindaco La Pira, uomo di cultura e di grande umanità che insegnava latino e greco al Liceo Galvani, aveva ereditato il valore della conoscenza, l’impegno nei confronti delle giovani generazioni e della loro formazione e la tensione a guardare lontano, nel tempo e nello spazio.
Nel 1980, il Sindaco Zangheri lo volle nella sua giunta come Assessore all'Istruzione superiore e Renzo Imbeni lo confermò con la stessa delega fino alla fine del mandato amministrativo nel 1985.
Una delega, la sua, che rifletteva una precisa volontà di valorizzare le scuole superiori comunali, dopo anni in cui aveva ripreso forza la posizione di chi riteneva che la gestione comunale di istituti superiori fosse un’anomalia da superare. Una delega che costituì un elemento di rottura non solo rispetto al passato, ma anche rispetto alle politiche del tempo degli enti locali, impegnati a costruire o a rafforzare i servizi all’infanzia.
Era un profondo innovatore, capace di straordinarie intuizioni e il suo pensiero era sempre rivolto ai giovani e al loro futuro, consapevole di quanto fosse importante investire sulla loro formazione.
Sapendo bene quale ruolo strategico gli istituti tecnici e professionali comunali avevano avuto e potevano continuare ad avere per lo sviluppo della città e della regione, fu un convinto sostenitore della necessità di uno sforzo di aggiornamento e modernizzazione degli istituti superiori comunali, che tenesse conto delle profonde trasformazioni economiche, tecnologiche e sociali di quegli anni.
Per questo promosse l’apertura delle scuole nei confronti del territorio e del mondo produttivo, avendo come riferimento quell’idea di sistema formativo integrato tanto caro alla scuola pedagogica bolognese e che ancora oggi rappresenta la nostra cornice culturale. Un sistema formativo integrato che doveva prevedere iniziative destinate ai giovani studenti delle superiori e ai loro insegnanti per potenziare la qualità degli insegnamenti, le conoscenze linguistiche e i rapporti tra scuola e mondo del lavoro, attraverso attività di orientamento e stage in azienda.
Introdusse, quindi, nuove forme di collaborazione tra scuola e impresa, avviò l’esperienza dei tirocini estivi e ammodernò gli spazi didattici delle Aldini, introducendo i cosiddetti “laboratori permanenti”. Si trattava di spazi aperti a studenti, ex studenti e imprese in cui la contaminazione di conoscenze, basate sulla didattica dello sperimentare, diventò un veicolo formativo innovativo e originale.
Gli Istituti Aldini Valeriani giocarono un ruolo di apripista nello sperimentare le prime forme di “alternanza” per affrontare i problemi della storica divisione tra scuola e mondo del lavoro. La sperimentazione del lavoro per gli studenti si estese coinvolgendo anche altri istituti oltre ai tecnici industriali, altri settori e altri territori della provincia di Bologna. Quella che fu chiamata l’estate bolognese, vide 448 studenti provenienti da 14 istituti superiori bolognesi inseriti, oltre che in aziende metalmeccaniche ed edili, in aziende commerciali, banche, aziende chimiche, grafiche, cooperative di produzione e distribuzione, enti locali, municipalizzate. Nell’estate del 1982 gli studenti coinvolti divennero 584 e all’inizio degli anni ‘90 più di mille.
Le esperienze di lavoro estivo conquistarono la dignità di esperienza formativa e orientativa e l’accordo territoriale del 1984, fortemente voluto dall’assessore Cammelli, tra Comune, Provveditorato, Provincia e Sindacato diede un riferimento istituzionale innovativo alla prima e più nota forma di alternanza scuola-lavoro.
Ma la spinta al cambiamento di Andrea Cammelli trovò anche molta opposizione lungo il suo cammino. Ad esempio in una parte del corpo docente delle Aldini e nel Preside in pectore Maurizio Marchiori. Con l’arrivo nel 1983 di Giovanni Sedioli alla guida delle Aldini, le sue battaglie trovarono, invece, un deciso e convinto sostenitore e si crearono le condizioni perché l’Istituto diventasse luogo di innovazione didattica e di sperimentazione, anche se rimase forte l’opposizione di una parte dei docenti. Di quel difficile rapporto con i sindacati della scuola, ebbi modo, molti anni dopo, di parlare con entrambi.
Il suo sguardo sempre più proiettato verso la dimensione europea e internazionale del sistema produttivo locale e le straordinarie esperienze dei viaggi alla scoperta del mondo insieme al padre Sergio, portarono l’Assessore Cammelli a impegnarsi per promuovere il potenziamento delle conoscenze linguistiche dei ragazzi e fu lui ad avviare le prime esperienze di soggiorni di studio all’estero per giovani studenti, esperienze che fino a quel momento erano possibili solo per chi proveniva da famiglie abbienti.
Si cominciò nell’estate del 1983 con 13 studenti delle Sirani che partirono alla volta di New York e altri 30 raggiunsero Malta. Alcuni mesi dopo 22 studenti delle Aldini Valeriani vennero ospitati da una scuola di Stoccarda, per seguire lezioni ma anche per visitare alcune importanti aziende. L’ospitalità venne ricambiata l’anno successivo e un gruppo di studenti tedeschi con i loro insegnanti vennero a Bologna. Il programma di scambi internazionali, che fin dall’inizio suscitò l’interesse anche di alcuni istituti superiori statali, nel corso del tempo si è allargato ad altri continenti e ai soggiorni di studio nel periodo estivo, conservando in questi 36 anni lo spirito originario che l’Assessore Cammelli aveva cercato di imprimere che era quello di farne esperienze di formazione e di crescita per i ragazzi, attraverso lo studio delle lingue e l’incontro con culture e religioni differenti.
Io non ho conosciuto Andrea Cammelli negli anni della sua esperienza amministrativa, ma solo alcuni anni dopo in quel Dipartimento di Scienze Statistiche, intitolato a Paolo Fortunati, che ci ha visti poi diventare colleghi e condividere oltre alla comune passione per i numeri quella per le giovani generazioni e per l'impegno civile.
Ricordo ancora le innumerevoli occasioni in cui io, giovane dottoranda, incontravo nel seminterrato di via Belle Arti 41, dove aveva sede il centro di calcolo del Dipartimento, il professor Cammelli al lavoro con i suoi ragazzi, quei giovani laureati che con la loro professionalità e la loro generosità hanno saputo dare gambe alle sue tante feconde intuizioni. Difficile dimenticare il suo entusiasmo, la sua energia, la sua capacità di fare squadra ma anche la sua delicata ironia.
È in quel Dipartimento che ho visto prima nascere l'Osservatorio Statistico dell'Università di Bologna e dare vita poi ad Almalaurea, un consorzio interuniversitario che oggi coinvolge 75 università italiane e la cui banca dati rappresenta il più efficace strumento di incontro fra i giovani che escono dall’università e le imprese, gli enti alla ricerca delle loro competenze. Una straordinaria fonte di informazione per mettere in relazione formazione universitaria e mercato del lavoro, ma anche uno strumento potente a disposizione dei giovani per scegliere in modo consapevole.
I giovani, la qualità della loro formazione e le opportunità reali per la loro realizzazione hanno rappresentato i tratti distintivi del suo impegno amministrativo e di quello accademico, caratterizzati entrambi da una rara capacità di volgere lo sguardo avanti.
Ricordo ancora con commozione le belle parole che mi scrisse all'indomani della mia nomina in giunta, soddisfatto che dopo 31 anni uno statistico entrasse nuovamente nella Giunta comunale di Bologna. E l’esortazione che non si stancava mai di ripetere ogni volta che ne aveva l’occasione e che per me resterà un monito: “Anche con la carestia il contadino taglia su tutto ma non sulla semina”.
Alla sua bella e grande famiglia e in particolare alle figlie e alla moglie Doriana - che sono presenti oggi in Consiglio e che saluto con molto affetto - che lo hanno sostenuto e accompagnato con tanta dolcezza nel periodo della malattia, va il cordoglio di tutta l’Amministrazione comunale e la nostra sincera e affettuosa vicinanza".
Qui di seguito invece l'intervento del professor Cammelli alla presentazione del libro Una finestra sul mondo il 13 giugno 2013:
https://youtu.be/NYIe-ysiT2c