di Francesca Iacobo
In occasione di Visioni Italiane, festival che si tiene dal 27 febbraio al 5 marzo al Cinema Lumière e promosso dalla Cineteca di Bologna, la redazione di Flashgiovani ha intervistato gli autori dei corti presenti nella sezione Fare cinema a Bologna e in Emilia-Romagna.
Nella quarta giornata di programmazione di sabato 4 marzo abbiamo intervistato Antonio Benedetto, regista di Vendesi, film prodotto dalla EleNfant Film, in proiezione alle 20 al Cinema Lumière.
Ecco come il regista ha risposto alle nostre domande.
Come nasce l'idea di questo corto?
Vendesi nasce da una storia vera che ho vissuto in prima persona qualche anno fa. Nasce da un incontro e da una conversazione che mi hanno fatto subito sorridere e riflettere, innescando dentro di me il desiderio di mettere in scena quella situazione, tanto surreale quanto vera e spontanea. Paradossalmente, Vendesi è il progetto che ho ideato molto prima di altri, che invece sono arrivati sul grande schermo in tempi più brevi. Ideato nel 2010, ho riscritto svariate volte la sceneggiatura durante gli anni, riadattandola più volte alle esigenze di realizzazione, fino a quella finale del 2015, restando comunque fedele all’idea e al messaggio originari.
L’anno scorso hai partecipato a Visioni Italiane con Waiting for Harry, cosa ti ha lasciato la scorsa edizione? E cosa ti aspetti da questa?
In verità, ho avuto la fortuna di partecipare già a precedenti edizioni, e questo è il terzo anno consecutivo che un mio cortometraggio viene selezionato a Visioni Italiane. Lo scorso anno c’è stata la prima visione assoluta di Waiting for Harry, il cortometraggio che ho girato a NYC, mentre nel 2015 siamo stati selezionati con Sexy Shopping, il documentario realizzato in co-regia con Adam Selo. Visioni Italiane è ormai una vetrina di spicco all’interno del circuito dei festival italiani, e parteciparvi è sempre motivo di orgoglio. Come ogni anno, anche in questa occasione avrò la soddisfazione di presentarlo nella città in cui vivo e, soprattutto, potrò condividerlo con tutti quelli che ci hanno creduto e che mi hanno aiutato a realizzarlo, sia i reparti tecnici, sia gli attori, che non smetterò mai di ringraziare.
Perché il sottotitolo al tuo corto Vendesi è Ogni Sud ha il suo Sud?
Questa è una domanda alla quale non amo molto rispondere, per non svelare la morale della storia che ho voluto raccontare. Infatti, Ogni Sud ha il suo Sud è un sottotitolo che appare solo alla fine del film, nel tentativo di sintetizzare e suggellare il messaggio che Vendesi vuole trasmettere attraverso il registro della commedia all'italiana, con un linguaggio fresco e ironico. La speranza è quella di dare allo spettatore un motivo per riflettere e sorridere allo stesso tempo. E spero di riuscirci.
A Visioni Italiane il tuo corto è nella sezione Fare cinema a Bologna e in Emilia-Romagna: quali sono le opportunità che la città/il territorio offre per i giovani che intendono approcciarsi a questo mondo?
Se fossi rimasto nel mio paese di origine non avrei mai potuto approcciarmi a questo mondo. Personalmente e senza ombra di dubbio, Bologna mi ha dato l’opportunità di mettere in pratica le mie passioni. L’intera regione Emilia Romagna rappresenta un luogo fisico e ambientale pieno di opportunità, attraverso un sistema normativo e una moltitudine di stakeholders a sostegno delle produzioni attive sul territorio, favorendo l’inserimento di tutti quei giovani che decidono di affacciarsi per la prima volta al mondo della cinematografia. La Cineteca di Bologna e il Fondo Regionale per l'Audiovisivo sono esempi lampanti di virtuosismo e centri di stimoli per le produzioni locali indipendenti, per i giovani interessati al mondo della cinematografia, per una crescente offerta culturale a vantaggio del territorio.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Stai lavorando a un nuovo progetto?
Compatibilmente con gli impegni del mio lavoro principale, provo sempre a cercare spazi e tempi da dedicare a progetti video e cinematografici futuri, per tenere viva la mia creatività. Al momento sto lavorando ad un progetto di serie televisiva dal titolo Viaggiasi, per raccontare il nostro Paese e il momento che stiamo vivendo dalla particolare prospettiva di un'auto in viaggio, attraverso il fenomeno del ride sharing. L’ambizione è comunque quella di scrivere un lungometraggio. Al momento però ho scritto solo dei soggetti e mi trovo ancora nella fase progettuale.