Ep. 31 - Tutto chiede salvezza

Ogni mese un articolo per trattare da vicino proprio quelle questioni che riguardano i ragazzi, ma che sono così difficili da esprimere a parole, quelle questioni che sembrano impossibili da spiegare.

La rubrica ALL YOU NEED IS FREUD nasce dal desiderio di parlare di psicologia ai giovani fruitori, attraverso l'analisi di serie tv, film e canzoni contemporanee.

"Tutto chiede salvezza" è una nuova serie tv che tratta della malattia mentale. Più precisamente, parla dei 7 giorni di Daniele, un ragazzo di vent'anni che dopo un'esplosione di rabbia incotrollata in cui viene spintonato il padre che cadendo finisce in ospedale, il ragazzo viene ricoverato in tso (trattamento sanitario obbligatorio).
7 giorni in un reparto psichiatrico insieme ad altri “pazzi”.

 

Chiedere aiuto

La questione interessante di “Tutto chiede salvezza” è aver parlato della salute mentale e sopratutto, aver ripetuto per tutte le 7 puntate che quando si sta male bisogna chiedere aiuto, bisogna farsi curare. Il malato non deve essere lasciato solo con le angosce, i brutti pensieri ma la famiglia, alle prime avvisaglie, gli amici, la scuola, tutti, devono sostenere la persona a contattare un medico.
Vengono descritte una serie di patologie psichiatriche: dalla depressione maggiore, al disturbo bordeline, alla psicosi che contengono una serie di caratteristiche come per esempio gli sbalzi d'umore, le esplosioni di rabbia, le allucinazioni, i pensieri suicidi, gli episodi di autolesionismo e così via.

 

Le debolezze dei curanti

Ci sono i “pazzi” però questa serie ha anche il pregio di descrivere coloro che tutti i giorni hanno a che fare con la malattia mentale: gli infermieri e i medici. Sono loro che devono, all'interno di un reparto psichiatrico, gestire quotidianamente le crisi di rabbia, i comportamenti di autolesionismo, l'anedonia e contemporaneamente, sono sempre loro che pur avendo le proprie tristezze, delusioni, frustrazioni, devono trasmettere ai pazienti che la malattia mentale si cura, si gestisce, si argina e che si può continuare a coltivare la propria vita fatta di affetti, di lavoro, di famiglia, di amici. I curanti vengono descritti nelle loro sfaccettature, non sono presentati solo sul lato ideale, cioè quelli buoni che salvano ma sono anche esseri umani con le loro piccolezze, le meschinità, i loro momenti di stanchezza e di poca empatia.

 

L'isolamento

Il grande rischio per coloro che soffrono di patologie psichiatriche è l'isolamento, la solitudine. La vergogna, la paura di chiedere aiuto, perpretata nel tempo, può portare a condizioni di cronicizzazione della patologia al punto per il soggetto di escludersi dalla vita e rischiare di finire di diventare solo un peso per la famiglia e per la sanità che puntualmente dovrà occuparsi del malato nei momenti di crisi incontrollata. Come si intravede nelle puntate alcuni dei compagni di stanza di Daniele, il protagonista, entrano ed escono dal reparto di diagnosi e cura quando la situazione precipita con il rischio di fare male a se stessi o agli altri senza avere un percorso di cura attivato.

 

Il messaggio

La forza di questa serie sta nel messaggio che desidera trasmettere: “ragazzi di vent'anni non abbiate paura di chiedere aiuto quando avete le ossessioni nella testa, quando fate fatica a dormire, quando non riuscite a controllare la rabbia. Non rimanete da soli, non drogatevi per placare il casino nel cervello, per zittire le voci, parlatene, contattate uno psicoterapeuta e uno psichiatra. La sofferenza mentale può essere accolta, può trovare uno spazio di ascolto e di cura!”