EP. 24 - Strappare lungo i bordi, Zerocalcare

Ogni mese un articolo per trattare da vicino proprio quelle questioni che riguardano i ragazzi ma che sono così difficili da esprimere a parole, quelle questioni che sembrano impossibili da spiegare. 

La rubrica ALL YOU NEED IS FREUD nasce dal desiderio di parlare di psicologia a giovani fruitori, attraverso l'analisi di serie tv, film e canzoni contemporanee.

!! ATTENZIONE: L'ARTICOLO CONTIENE SPOILER !!

 

Strappare lungo i bordi, Zerocalcare 2021

 

LA VIGLIACCHERIA DELL’ ATTESA
 

“Il primo che apre la guardia rischia sempre de pijà la sveglia”.

Raccomando di leggere da qui in avanti solo se avete visto la serie, o se, come me, non siete infastiditi dallo spoiler, perché per parlare della questione centrale di questo prodotto televisivo non possiamo fare altro che partire dalla fine, perché è la fine che illumina tutto il resto, che dà un senso alle cose che erano state disseminate qua e là durante le sei puntate.

Zero racconta di sé, o del suo personaggio, di come affronta le questioni del quotidiano di una vita piuttosto ordinaria, in cui chiunque può facilmente ritrovarsi. Non è un coraggioso, né nelle relazioni né nelle occasioni lavorative e neppure nei piccoli imprevisti giornalieri, è uno che attende, che non fa mai la prima mossa, che sparisce, che si arrovella nei suoi pensieri cercando di interpretare i comportamenti degli altri, “che fa ghosting” come direbbero i più giovani, perché appunto, se ci si espone si rischia di farsi male, se ci si muove si rischia di prenderle. Zero procrastina sempre, qualunque cosa, pensando che il tempo sia infinito.

 

I SENSI DI COLPA: UNA PARADOSSALE DIFESA DALLE RESPONSABILITÀ

“Un coglione che da 20 anni sguscia via come un'anguilla senza mai pijasse due spicci di responsabilità”.

Alice muore, si suicida, questa realtà improvvisa cambia in un attimo il senso del tempo per Zero: il tempo non è più infinito, non si può più rimandare nulla alla prossima occasione, non si può più aspettare di avere più coraggio o più elementi a disposizione per decidere. Zero sta male, è confuso. Gli amici, che fino ad ora l’hanno sempre assecondato nella sua posizione vigliacca, ora invece lo scuotono, gli dicono che è stato un codardo ed uno stronzo. Zero si trova improvvisamente in preda all’angoscia, e per smettere di sentirsi un coglione con sé stesso e verso ciò che ha perso, invece di rimproverarsi per la sua posizione egoista di procrastinatore seriale, non solo con Alice, ma verso la sua vita, si sente in colpa. Il senso di colpa, per quanto sia molto doloroso da provare è una delle modalità che l’uomo ha per difendersi dalla propria responsabilità soggettiva. Paradossale, vero? Il sentimento che più di qualunque altro ci fa sentire estremamente responsabili ci tiene in verità estremamente distanti dalla nostra intima, definitiva e reale responsabilità.

Zero comincia a sentirsi in colpa per Alice, pensa che non averle rivelato i suoi sentimenti sia la causa del suicidio dell’amica. Preso da questi pensieri in cui si crogiola domandandosi quanto sia il dolore che ha inflitto all’altro, nuovamente fa quello che ha sempre fatto: si nasconde, non si muove, procrastina, rende ancora una volta il tempo infinito. E quando ci si mette a fare i conti con i morti il tempo è infinito davvero! Nonostante l’occasione che questa tragedia pone alla sua esistenza lui perdura nella sua posizione codarda, crogiolandosi in ciò che avrebbe potuto fare se Alice fosse ancora viva. Il senso di colpa lo allontana dalla vera domanda che resta sullo sfondo di tutta questa serie: come si fa ad ottenere dalla vita ciò che si desidera? Come si fa ad essere coraggiosi, caparbi, responsabili verso il proprio desiderio? Zero non prova a guardarci dentro davvero neppure stavolta, si limita a darsi del coglione e a sedersi tra le schiere degli irregolari, di quelli che non ce l’hanno fatta ma che si accontentano del calore degli amici per sopportare la mediocrità della vita, come se la mediocrità della nostra esistenza fosse un destino, un karma, una sfortuna… non una responsabilità.