Il 24 maggio 2018 si terrà lo spettacolo Dite alle Sirene che ripasso, evento conclusivo della quarta edizione del progetto multidisciplinare I Fiori Blu: musicateatro, che nasce dalla collaborazione tra Gruppo Elettrogeno Teatro e da U.I.E.P.E. (Ufficio Interdistrettuale Esecuzione Penale Esterna del Ministero della Giustizia), e con il sostegno di Fondazione del Monte.
Il progetto è stato avviato nel 2012 e vede anche la collaborazione del Coro Arcanto e dell'associazione L'Aliante (rivolta a persone affette da disturbi dello spettro autistico, della relazione e della comunicazione).
Lo spettacolo si propone di rielaborare il mito di Ulisse, aprendo nuovi interrogativi: «E se Ulisse fosse un marito-padre che abbandona i familiari per fare carriera con la “scusa” di farlo soprattutto per loro? E se il cuci-e-scuci di Penelope celasse la meticolosa messa a punto della sua rivolta? E se qualche sirena fosse stanca di ammaliare e divorare uomini sposati di passaggio per quello stretto troppo stretto?»
Questo lavoro di riflessione e ricostruzione dell'identità è al centro dello spettacolo, che ha coinvolto come attori, musicisti e coristi: cittadini che accedono alle misure alternative alla detenzione e alla pena, operatori di enti/servizi che collaborano nelle varie fasi dell'esecuzione penale esterna, gli attori vedenti, non vedenti e ipovedenti della compagnia Gruppo Elettrogeno-Orbitateatro, con il ruolo di agevolatori, il Coro Arcanto, gli attori (in video) del più recente progetto di formazione teatrale di Gruppo Elettrogeno, in collaborazione con l'associazione L'Aliante, rivolto a persone affette da disturbi dello spettro autistico, della relazione e della comunicazione.
Questa edizione ha visto inoltre il coinvolgimento di tre scuole medie della provincia di Bologna con tre iniziative di sensibilizzazione sui temi della Giustizia, Misure Alternative alla Detenzione e Legalità.
Tuttavia le disabilità e le storie di vita saranno secondarie rispetto alla messa in scena: sul palco ci saranno semplicemente attori, musicisti, coristi, sfuggendo quindi ad ogni forma di voyeurismo. Gli attori sono stati formati con un preciso intento professionalizzante e invitati anche alla scrittura scenica, chiamati quindi a mettere in campo materiali e rielaborarli.
Questa Odissea contemporanea ci insegna che la Notte dei Proci si può affrontare con la legge della cultura/parola, unico vero scudo contro quella della violenza. Infatti si parla spesso di integrazione nei dibattiti attuali, senza però concentrarsi sulle sue buone pratiche; qui assistiamo invece ad un esempio virtuoso di inclusione, messo in atto attraverso i linguaggi artistici: la convivenza artistica permette a persone con diversi trascorsi di entrare in contatto, superando stereotipi e azzerando pregiudizi.
Le storie di devianza sono spesso storie di disconnessione col mondo emotivo, e non con la realtà: attraverso questi laboratori è possibile ricucire questo legame, a volte anche con le famiglie, che in alcuni casi hanno partecipato ai percorsi laboratoriali assieme ai detenuti.
Sarebbe quindi opportuno interrogarsi su quante risorse vengono investite nella pena alternativa e quanto sia antieconomico il carcere "criminogeno" anche semplicemente analizzando i dati relativi alla recidiva: il 70% circa di ex-detenuti avere una ricaduta, e ogni punto percentuale di recidiva costa ben 51 milioni di euro allo stato. Alla luce di quanto detto tutta l'iniziativa diventa osservatorio sugli effetti positivi della pena alternativa che, nel caso specifico dei laboratori, ha visto su quasi 100 persone (devianti) coinvolte nel progetto negli anni una sola persona recidiva.
Per info sul progetto e sullo spettacolo, puoi scrivere a info@gruppoelettrogeno.org o consultare il sito web www.gruppoelettrogeno.org