«Le parole sono importanti, chi parla male pensa male»: sulla citazione della Palombella Rossa di Nanni Moretti si è aperto l'incontro di ieri, lunedì 5 ottobre, sui temi dell'inclusività e parità di genere, che sempre più da vicino interessano il modo in cui ci esprimiamo e le parole che usiamo.
Passaparola era il titolo dell'iniziativa, svoltasi negli spazi dell'Arena del Sole e presieduta da alcuni relatori d'eccezione: Vera Gheno, Michela Murgia, Lodo Guenzi e Neri Marcoré hanno infatti prestato le loro voci ed esposto le loro idee per la causa della parità, raccontando esperienze personali e invitando gli spettatori a confrontarsi con la responsabilità delle parole utilizzate quotidianamente. Lo show si è presentato sotto la forma leggera e fruibile del dialogo-dibattito, ma significativi e approfonditi sono stati i contenuti proposti a un pubblico prevalentemente composto da studenti delle scuole superiori, i quali al termine dell'incontro hanno avuto l'occasione di confrontarsi con i relatori e porre loro delle domande. Hanno aperto l’incontro il sindaco della Città metropolitana Virginio Merola e la presidente della Rete CAPO D Simona Robotti.
Dalla lezione della sociolinguista Vera Gheno sull'uso dei femminili professionali alle domande incalzanti della giornalista Michela Murgia - «perché le donne vengono chiamate per nome e gli uomini per cognome?» -, passando per i racconti personali di Lodo Guenzi, Passaparola è stata una vera e propria esplorazione delle maglie più strette della nostra cultura linguistica e delle sue insidie. Ciò che ne è emerso è un'idea di lingua intesa quale frutto di una scelta consapevole e ponderata, operata da un soggetto in costante relazione col mondo e con gli altri esseri umani che lo abitano: «A cosa serve la parola? Perché noi ne facciamo continuamente uso? con la parola noi cartelliniamo la realtà, diamo un nome alle cose perché questo ci permette di conoscerla meglio», ha detto Vera Gheno a conclusione del suo intervento. Cartellinare per conoscere ma non per etichettare: questa la responsabilità di chi usa la lingua considerandone il peso, questo il senso dell'inclusività, il reale valore della libertà di parola e la messa in pratica di uno scambio fruttuoso tra coloro che dialogano per conoscersi e accrescersi nel rispetto del singolo.
L’evento era organizzato da Città metropolitana di Bologna, Rete CAPO D, in collaborazione con Zanichelli Editore.
Per dare la possibilità a tutti di partecipare a questo percorso di riflessione, presto lo spettacolo andato in scena verrà raccolto in un video documentario.