Il costo del lavoro
Conoscere il costo del vostro lavoro valorizza la professione e quella dei vostri colleghi; per questo, prima di fare un preventivo, prima di firmare un contratto, prima di intraprendere nuove collaborazioni è necessario sapere quanto “costiamo”.
Quando si cerca lavoro è importante conoscere (e riconoscere) il valore delle proprie competenze e quindi capire se accettare o meno dei lavori per strutturare al meglio un preventivo.
Esistono molte voci che andranno a costruire il “valore” del vostro lavoro:
- i soldi e il tempo investiti nella tua formazione
- il tempo speso per imparare sul campo
- i soldi investiti nei materiali (attrezzatura o programmi)
- il livello attuale della tua professionalità
- le spese fiscali per chi ha partita iva
- affitto di un ufficio o di una scrivania in un coworking
Queste sono le voci principali che andranno a generare il valore del tuo lavoro.
E’ importante confrontarsi con i propri colleghi e con le proprie colleghe e anche con i competitors (cioè chi fa il tuo stesso mestiere) per capire qual è il valore di mercato di un determinato servizio: una guida utile per orientarvi è Crebs che offre un ottimo strumento per avere un range di calcolo del proprio compenso: qui la guida del 2020 e qui quella del 2021.
Se lavori nel mondo creativo puoi leggere anche le esperienze di C+B.
Il tuo “costo” quindi dovrà:
- essere adeguato al numero di ore investite
- contenere i rimborsi delle spese sostenute per la formazione e per la progettazione
- valorizzare le tue competenze
Un semplice modo per calcolare il tuo valore è: il costo orario del tuo lavoro, ovvero la somma della tua retribuzione annua lorda (RAL) desiderata e del totale delle spese annue che sostieni per l’impresa, diviso per il numero di ore di lavoro annue. Ricordati che su un monte ore di 40 ore settimanali per 52 settimane annue, ci saranno una ventina di giorni improduttivi per ferie e malattia, poi solo il 60% delle ore produttive verranno dedicate al lavoro per i clienti (il resto andrà in lavoro interno di amministrazione, manutenzione, viaggio, marketing).”
Un esempio concreto
Nel settore culturale e creativo alcuni provano un senso di colpa quando stilano un preventivo supponendo di non meritare realmente la cifra concordata. Questo è un atteggiamento sbagliato e nocivo che porta a minimizzare il lavoro proprio e altrui e a non valorizzarlo: candidarsi, ad esempio, per un ruolo “Junior” e non “Senior” perché non ancora in possesso di determinati strumenti e skills adatte al ruolo è corretto purché questo non significhi accettare qualsiasi compromesso (ad esempio accettando tirocini sottopagati full time auspicando un’assunzione). Spesso questa condizione cela la "Sindrome dell'impostore", non abbiate mai timore di confrontarvi con gli altri e se queste paure vi bloccano potete rivolgervi allo sportello psicologico PsyinBo dell'Informagiovani.
Inoltre, con l’acquisizione di esperienza, il passaggio da junior a senior permetterà di ritrattare le condizioni del rapporto di lavoro secondo lo status acquisito: nuove competenze e capacità sia tecniche che relazionali ma anche metodologiche.
Appunti e consigli:
Se siete alle prime esperienze non accettate più di due tirocini, ricordatevi infatti che prima iniziate a lavorare prima avrete i contributi per la vostra pensione (non è mai troppo presto per pensarci) e se preferite diventare freelance informatevi sui fondi pensione. Vi consigliamo di leggere alcune utili informazioni su queste piattaforme:
- Quellocheconta - Educazione Finanziaria
- Acta in Rete l'associazione dei freelance
- SMArt - società cooperativa per artisti ( qui trovate il nostro incontro con SMArt )
- DOC Servizi