Dal 1° Giugno al 16 Settembre 2018 a Bologna si può visitare la mostra “Francis Bacon. Mutazioni”.
A palazzo Belloni in via Barberia n.19 si possono ammirare ben 78 opere dell’artista dipinte tra il 1977 e il 1992, anno della sua morte.
La mostra è stata voluta dalla con-fine Art in collaborazione con la Francis Bacon Collection di Bologna.
Molte le tecniche utilizzate, dai disegni ai pastelli, fino ai collage su carta, nei quali Bacon raffigura vari ritratti umani.
I soggetti delle sue opere, figure sedute, teste, Papi e crocifissioni, occupano, come vorrebbe farci intendere Bacon stesso uno “spazio”: come se tali soggetti lo occupassero esistendo di per sé attraverso la loro semplice presenza che si manifesta diramandosi nelle loro molteplici mutazioni.
I contenuti multimediali e le fotografie arricchiscono il complesso espositivo; e il Triptych (installazione trittico a specchio) stimola la curiosità dello spettatore facendo interagire il pubblico con i differenti momenti del proprio ritratto, delle proprie mutazioni individuali e dell’instabile “verità”.
Non sono di minore importanza le emozioni e gli stati d’animo di dolore e disperazione che l’artista riesce ad evocare tramite i propri soggetti, sinonimo di una realtà opprimente ed alienante.
L’artista, discendente dall’illustre filosofo inglese Francesco Bacone, resta una delle figure più controverse e discusse del XX secolo.
È persino presente una sala non adatta ai minorenni, poiché sono visibili disegni ad esplicito sfondo erotico maschile, in parte allusivi dell’omosessualità dell’artista.
Parte della critica lo definisce “artista maledetto”, poiché Bacon raffigura in modo originale l’inquietudine esistenziale, l’angoscia e lo stato d’animo che predominava nel’900.
Queste “persone”, nonché molteplici ritratti di Bacon, compongono tanti individui che caratterizzano in modo eloquente il loro stato di isolamento e di tormentata solitudine. I volti deformati e trasfigurati riprodotti dall’artista, presenti nelle varie sale della mostra, non sono altro che manifestazione del proprio inconscio, ma anche metafora della mutabilità e precarietà di tutte le cose, dell’inesistenza di una realtà oggettiva.
L’artista dichiara espressamente le sue fonti di ispirazione artistiche, tra le quali figurano Cimabue, Leonardo da Vinci, Velasquez e Picasso, chiaramente reinterpretati e riadattati secondo il suo canone figurativo e secondo il peculiare effetto estetico che voleva sortire.
I prodotti artistici di Bacon, rappresentano per la maggior parte creature che conservano un enigma, un mistero.
Per la redazione Andrea Burzi