L’esperienza di scrittura collettiva ha visto coinvolte persone eterogenee, che si sono messe alla prova in un nuovo modo di affrontare la parola scrittura, guidati da Wu Ming 2.
Si è svolta presso Modo Infoshop la presentazione del Laboratorio di Scrittura Interculturale che ha visto come protagonisti il professor Fulvio Pezzarossa, il quale ha ideato e inaugurato il Laboratorio stesso, Giovanni Cattabriga in arte Wu Ming 2 e il professor Filippo Milani, coordinatore del corso.
L'incontro è stato una delle tappe bolognesi del Festival del Turismo Responsabile IT.A.CÀ, con un programma ricco di incontri, visite, mostre, spettacoli e altro ancora.
Per la realizzazione del laboratorio sono stati coinvolti anche il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna e l’Associazione Eks&Tra (presidente Roberta Sangiorgi, che ha partecipato in prima persona al laboratorio).
Introduzione al laboratorio
Wu Ming 2 ha illustrato le modalità con cui si svolge il laboratorio, il quale è composto da una serie di incontri in cui ci si ritrova una volta alla settimana per quattro ore. Non si tratta di ore di lezione, ma sono esempi di scrittura, letture, prove e tentativi.
WM2: “In questi incontri si lavora insieme, poi pian piano i gruppi iniziano ad avere delle esigenze specifiche, ognuno comincia a scrivere il suo racconto e ha i suoi dubbi, le sue perplessità e domande da fare. Di conseguenza quasi sempre ci organizziamo anche per degli incontri col singolo gruppo.”
La difficoltà principale è trovare il primo stimolo, vale a dire: cosa scrivere? A questo problema la proposta è stata quella di usare dei tarocchi, cioè delle immagini e parole che potessero dare ai componenti dei singoli gruppi un punto di inizio per poter scrivere. Le parole sono state scelte utilizzando il rapporto stilato dall’associazione Carta di Roma, in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia.
Sono stati selezionati otto termini per le tre macroaree analizzate dalla Carta di Roma (al link si trova il rapporto completo a cui Wu Ming 2 fa riferimento), i quali sono stati trasformati in “carte”, poi consegnate ai gruppi in maniera casuale.
Nelle scorse edizioni, il laboratorio aveva un’alta partecipazione da parte di persone richiedenti asilo inserite nei programmi di SPRAR o nelle scuole di italiano per stranieri. Con il tempo il laboratorio si è rivolto sempre di più a studenti di lingua straniera dell'Università di Bologna o anche a coloro che partecipano ai corsi per stranieri.
Lo stile collettivo
I partecipanti, che non si conoscevano prima, arrivano tutti da esperienze diverse: si va dagli studenti di Italianistica a persone in Erasmus a Bologna; da chi è “fuori” dall'università da molto tempo a chi, invece, si è voluto mettere alla prova per la prima volta con la scrittura collettiva.
Il lavoro di cooperazione e mediazione che si fa all'interno di ciascun gruppo è fondamentale e, anche dal punto di vista universitario, diventa pedagogico.
Secondo Wu Ming 2 la parte più difficile è stata far lavorare insieme delle persone che non si conoscevano prima e che sarebbero dovute diventare un’unica persona letteraria. Nella scrittura collettiva “[...] non si deve mettere insieme nulla, ma è insieme che si trova un altro modo di scrivere che, a sua volta, diventa lo stile collettivo” (Wu Ming 2). Il laboratorio, continua a spiegare, è una palestra per la scrittura. Inoltre, scrivere collettivamente porta a dover utilizzare spesso il cestino: molte stesure e tentativi spesso andranno buttati.
WM2: “Nella condivisione di un racconto da scrivere collettivamente si deve, in qualche modo, scendere a patti, smussare, ricalibrare il tutto, sia dal punto di vista tematico che dal punto di vista della scrittura e della composizione.”
L'obiettivo è trovare una voce comune, un modo di esprimersi che non depotenzi quello di nessuno. A volte si eccede e si rischia di dare troppa importanza alle differenze, nel tentativo di essere attenti alla cultura dell'altro e a considerare meno le somiglianze.
Uno degli elementi che diventa parte integrante della scrittura collettiva è l’imitazione. Nella scrittura collettiva non c'è sempre la stessa persona che tratta lo stesso personaggio o la stessa descrizione; anzi, in quel caso sarebbe controproducente. Quindi, se uno dei partecipanti affronta un passaggio con uno stile che viene riconosciuto dal resto del gruppo come quello più efficace, non sarà difficile per gli altri imitarlo.
Le testimonianze
Al termine della presentazione, il professor Filippo Milani ha lasciato spazio alle testimonianze dei partecipanti, che hanno raccontato le loro esperienze personali e di gruppo. Sono emerse modalità di lavoro estremamente diverse le une dalle altre.
Da chi ha deciso di scrivere più volte lo stesso racconto, a chi ha rimescolato il linguaggio fino a trovare il giusto equilibrio. In certi casi, raccontano i partecipanti, i membri del gruppo avevano un ruolo specifico. Come occuparsi principalmente della parte linguistica oppure creativa.
Viene messo in evidenza inoltre il ruolo svolto da Wu Ming 2, riconosciuto come guida per i gruppi, senza che il suo sostegno si trasformasse in una lezione frontale.
Per molti si è trattato di una sfida personale, in quanto ci si è ritrovati con persone di età e cultura molto differenti. Nonostante questo, quasi tutti i gruppi sono riusciti a produrre una storia unica, che mettesse insieme le idee e gli stili di ciascun componente.
Laboratorio 2024 - I racconti.
Iscrizioni nuovo laboratorio
Al termine dell'incontro gli interlocutori hanno ricordato che le iscrizioni per il nuovo laboratorio apriranno nei primi mesi dell'anno nuovo (2025).
Ancora non è disponibile il form, si consiglia di consultare la pagina relativa al laboratorio per rimanere aggiornati.
Contatti
Prof. Filippo Milani
E-mail: filippo.milani@unibo.it
Sito Web
Wu Ming 2 (tutor)
Sito ufficiale
Telegram: @wumingfoundation