Carmen Consoli - Eco di Sirene

foto di Robin T Photography per IlCelebrazioni

Dopo quasi 20 anni dalla sua prima esibizione teatrale (proprio a Bologna, in questo teatro), allora solo come intermezzo musicale in un programma televisivo della Dandini ("Comici"), il nuovo tour di Carmen Consoli Eco di Sirene ritorna al Teatro IlCelebrazioni con due date (8-9 marzo) sold out da tempo. 
Questa volta la formazione è ancora più scarna, senza le chitarre storiche di Massimo Roccaforte, senza percussioni e basso. Ad accompagnarla per quasi tutta la sua esibizione le armonie degli archi: al violoncello Claudia della Gatta, al violino Emilia Belfiore. Uno spettacolo che ricalca l’Anello mancante tour del 2008, ma che a quello aggiunge una maggiore consapevolezza: Carmen riempie ogni spazio sonoro con la sua voce imponente e raffinata e con le nuove linee melodiche delle sue numerose chitarre.

Si inizia con brani intimi, che creano un’atmosfera subito intensa, raccolta (“Sulle rive di Morfeo”, “Narciso”). Solo chitarra e voce. Il palco si colora e si trasforma in un gioco di luci e spazi creati ad hoc per farci scivolare nella conchiglia immaginata dalla scenografa Camilla Ferrari, bravissima.
Siamo in fondo al mare, cullati dalle melodie. A volte vicino agli abissi in cui desideriamo perderci, dice Carmen Consoli, sulle note de “Il sorriso di Atlantide” in cui entrano in scena gli archi, che non abbandoneranno più il palco fino all’ultimo bis.
In alcuni momenti sembra che Carmen stia arpeggiando due chitarre contemporaneamente.

I brani raccontano delle numerose storie di donne protagoniste delle sue canzoni. Tutto il concerto (8 marzo o meno) è un omaggio alle figure femminili, alle donne e alle sirene, che danno il nome al tour, creature magiche ma anche figure in grado di dare l'allarme, di segnalare anche il pericolo di una guerra. E oggi che di guerre ce ne sono diverse,dice dalla Siria alla Libia, alla guerra dei leoni da tastiera che forti dell'anonimato si scagliano contro le persone offendendole e calunniandole, spiega Carmen introducendo Eco di Sirene, sembra che la pace non sia mai di moda.

Le figure femminili protagoniste delle canzoni di Carmen ci immergono quindi nelle storie del piccolo paese di provincia, dove malelingue e preconcetti la fanno da padrone. Nella tragedia familiare di “Mio Zio”, nel peso della condanna di “Maria Catena”, nella commedia del piccolo borgo siciliano di “A finestra”.

Ma c’è anche la tragedia del malcostume, della mercificazione del corpo, dell’uso della forza e del potere politico che supera ogni limite (“AAA cercasi”, “Eco di sirene”, “Contessa miseria”).

Per i più nostalgici Carmen regala una toccante versione di “Blunotte”, a cui segue l’eterno classico di “Confusa e Felice”.
I fan storici, i quarantenni cresciuti con “Venere” e “Amore di plastica” e i nuovi innamorati della “cantantessa” cantano (tanto), applaudono (tantissimo) e ringraziano (di cuore).

Michela Mancini per la redazione
foto di Robin T Photography per IlCelebrazioni www.robintphotography.com