Le ragazze della redazione di Flashgiovani propongono per le feste alcuni piatti tradizionali tipici delle loro regioni di provenienza. Dall’Emilia-Romagna alla Sardegna, dalla Puglia alle Marche.
GIULIA
Giulia, la vostra romagnola di fiducia, vi propone una ricetta super semplice e un po’ segreta direttamente dalla sua tavola delle feste: il pieno!
Nata come una ricetta di recupero, il pieno è sostanzialmente un polpettone di pane cotto lentamente nel brodo (già sul fuoco per i cappelletti, che non possono mai mancare) e servito a fette. Solitamente accompagnato da una salsina verde di prezzemolo, capperi e maionese ed eventualmente dalla carne del bollito del brodo.
Il pieno è, di fatto, l’impasto per la preparazione dei passatelli che però non viene mai passato attraverso la pressa per formare la pasta. La ricetta è dunque molto semplice e composta solo da qualche ingrediente: pan grattato, parmigiano, uova e noce moscata.
Per una dose piccola di pieno basta mischiare 100g di pan grattato e 100g di parmigiano, aggiungendo 1 uovo e la noce moscata a piacere, ricordandosi di regolare di sale e pepe! Queste stesse dosi possono essere moltiplicate per creare più porzioni, ma il consiglio in questo caso è anche di andare un po’ ad occhio: il pieno deve essere abbastanza sodo da tenere la sua forma ma non troppo secco, per evitare che si sbricioli dentro il brodo.
Una volta buttato il nostro polpettone di pane nel brodo, lasciamolo bollire per almeno una trentina di minuti e raffreddare un po’ prima di tagliarlo a fette.
MICHELA
Direttamente dal nord della Sardegna, la vostra Michela vi propone il tipico pranzone di Natale dei sassaresi, dai piatti molto particolari e per alcuni versi insoliti.
Cominciamo con la prima portata: possiamo trovare un grande classico, la lasagna (da noi erroneamente chiamata pasta al forno), che soddisfa certamente i gusti di tutti, grandi e piccini, ma anche i famosi gnocchetti sardi, ovviamente fatti in casa dalle nonne o dalle mamme della famiglia, accompagnati da un saporitissimo sugo di porcetto, che viene fatto cuocere a fuoco basso per ore affinché la carne diventi perfettamente morbida.
E per il secondo, arriviamo ad un piatto decisamente particolare, che non piace a molti (e in realtà neanche a me, ma non ditelo perchè perderei la cittadinanza sassarese): i lumaconi e le monzette, conditi solitamente con semplice sugo di pomodoro oppure con aglio e prezzemolo e un tocco di peperoncino per migliorare il sapore.
Vi rivelo poi una gustosissima chicca, con cui ci si può coccolare davanti al camino. Ecco la preparazione: in uno spiedo si inseriscono in modo alternato un pezzo di salsiccia fresca (per alcuni il salame) e un pezzo di lardo, si mettono sul fuoco, e una volta sciolto il lardo, il tutto viene posto su un bel pezzo di pane carasau, che alcuni scelgono di bagnare per gusto personale. E per chi non gradisce la carne, c’è sempre l’alternativa del formaggio fuso, riposto sul pane carasau oppure sulla spianatina (un altro tipo di pane, molto simile alla piadina, ma non è lo stesso!).
Infine, per il dolce, non possono mancare i tradizionali papassini, preparati solitamente in occasione dei Morti, e sempre presenti nelle tavole dei sassaresi anche per le feste. Sono biscotti che si distinguono per l’uso di strutto (in gran quantità), noci tritate, ammoniaca, uvetta che si pone all’interno, per poi coprire il tutto con uno strato di glassa, da noi chiamata “cappa”, accompagnata da codette colorate. Insomma, una deliziosa conclusione di un pranzo natalizio, insieme ad un digestivo tipico come il mirto, che nelle nostre tavole ha sempre il suo posto d’onore.
NICOLE
Con furore dalla Puglia, ecco Nicole pronta a portarvi una ricetta assolutamente degna di nota: il dolce perfetto per stupire genitori, amici, innamorati, situationship, e chi più ne ha, più ne metta. È un dolce a cui sarà assolutamente impossibile resistere, a chiunque: le cartellate! Un dolce che solo a leggerne gli ingredienti vi farà venire l’acquolina in bocca.
In Puglia, queste “carteddate” sono le vere regine delle feste, presenti in tavola praticamente per tutto il mese di dicembre e oltre. La loro forma super particolare rappresenterebbe, secondo la tradizione, l’aureola del Bambin Gesù, ma anche la corona di spine. Insomma, un dolce con un curriculum molto variegato.
Il nome, poi, sembra addirittura derivare da “carta” per via della loro forma sottilissima e arricciata, proprio come se fossero incartocciate. Ma c’è anche chi sostiene che venga dal greco kártallos, che significa “cestino”. Chi lo sa!
Insomma, le cartellate hanno più teorie sulle origini, scegli tu quella che ti fa fare più colpo sui commensali.
Passiamo adesso alla pratica: si parte da una sfoglia sottilissima a base di farina, olio e vino bianco. Con tanta pazienza, si arrotola tutto e si crea una specie di rosellina piena di cavità e poi… via a friggere in abbondante olio bollente!
Una volta fritte, la versione tradizionale prevede una bella immersione nel vincotto tiepido di uva o fichi, oppure nel miele, e una generosa pioggia di cannella, zucchero a velo o mandorle. Poi ovviamente non mancano le versioni più moderne con cioccolato o zucchero a velo, diciamolo: de gustibus!
Oggi le cartellate non sono solo un dolce, sono una prelibatezza, una coccola di nonne e mamme, una tradizione che in pochi morsi ti trasporta nella bella Puglia.
CHIARA
Quest’anno nella redazione di Flashgiovani ci sono ben due sarde, quindi vi beccate qualche altra ricetta direttamente dall’isola; più precisamente dal Sud Sardegna!
Chiara vi racconta che cosa non manca mai nel tavolo natalizio di casa sua, concentrandosi principalmente sugli antipasti perché sono la sua parte preferita e anche perché sono così tanti che si possono considerare un pasto completo! Oltre la salsiccia secca, le olive con aglio e prezzemolo, oltre i pecorini di ogni tipo (no no, niente formaggio con i vermi!) una menzione speciale va al Mustazzeddu. Si tratta di una focaccia antica e semplice, che sperava sempre di trovare a casa di ritorno da scuola o per fare merenda. Leggenda narra che il Mustazzeddu sia stato creato proprio dalle suore di una delle innumerevoli chiese di Iglesias, la sua città, per essere donato ai poveri. Realizzarlo è semplice quasi quanto i suoi ingredienti: semola, farina, acqua, lievito, pomodori, sale, olio e aglio. L’impasto è simile a quello di una pizza, con la differenza che viene utilizzata anche la semola. Per la farcitura invece si usano pomodori molto maturi. Si fa un bell’impasto che viene fatto riposare per qualche ora, e poi si stende la pasta; all’interno invece i pomodori crudi e conditi con abbondante olio d’oliva, aglio e sale. Il bordo dell’impasto viene poi ripiegato verso il centro, sovrapponendo le pieghe una sull’altra. Fai cuocere per una mezz’ora a 200 gradi e il Mustazzeddu è pronto!
Se invece preferisci qualcosa di più gourmet, la proposta ricade sui carciofi conditi con la bottarga. Qui c’è da fare un piccolo appunto, perché in Sardegna c’è un tipo di carciofo spinoso tipico e protetto, un po’ diverso dagli altri. Ecco, gli amatissimi carciofi spinosi sardi non possono mai mancare nelle nostre tavole e sicuramente non mancano alle feste, quando sul carciofo crudo, tagliato a sottili fettine e condito con olio, sale e limone, viene aggiunta un po' di bottarga grattugiata, che dà un tocco di freschezza in più e porta in tavola il sapore del mare anche a Natale.
ELEONORA
Concludiamo questo viaggio culinario nelle Marche, dove la tradizione propone brodetto di pesce per la sera della Vigilia e vincisgrassi per il giorno di Natale (guai a dire che sono come le lasagne!).
Figlia di genitori abruzzesi, però, Eleonora è cresciuta con il profumo dei piatti delle nonne, che continuano ancora oggi a sfornare delizie per ogni palato. Sulla tavola di Natale di nonna Maria non mancano mai lasagne e agnello fritto, preceduti da una ricca selezione di antipasti; e per concludere almeno quattro tipi di dolci, perchè in famiglia sono tutti super golosi! Per una buona dose di zuccheri sono perfette le ferratelle (anche dette neole), riempite con miele e noci tritate: potrebbero essere paragonate a dei waffle americani, ma molto più sottili e sicuramente più tradizionali, che in realtà si fanno anche in altri momenti dell’anno e possono essere farcite con creme spalmabili di ogni gusto!
Tipici di Natale sono, invece, i murzitti: biscotti fatti con noci, nocciole, mandorle, cioccolata fondente, cannella, uvetta, fichi, scorza d’arancia e un po’ di Marsala. Letteralmente una bomba a cui non si può rinunciare per chiudere i pasti delle feste e non solo!
