E adesso siete pronti per una calorica e deliziosa escursione tra le tavole bolognesi?
Per questo Natale ho pensato di portarvi dentro una delle cose più sacre per un bolognese: il cibo delle feste!
Qualche chicca, qualche aneddoto, qualche magica storia da tirare fuori durante le interminabili tavolate familiari (quelle dove ogni mestolata in più diventa quasi una minaccia). Perché, diciamoci la verità, almeno una volta tutti ci siamo chiesti da dove arrivino certe tradizioni, certe abitudini di cui ormai non possiamo più fare a meno.
Quindi, pronti? Coltello in mano, forchetta in posizione, stomaco preparato: si parte!
BOLOGNA + NATALE = SENZA FINE
Parlare di tradizioni natalizie in Italia è un po’ come aprire un portale interdimensionale: non sai quando tornerai. E i bolognesi, che portano con orgoglio il soprannome La Grassa, non fanno nulla per smentirlo.
Insomma, qui il Natale è una maratona culinaria. E tutti arrivano al traguardo un po’ appesantiti, ma decisamente felici.
La scena si apre come da prassi con un’infinita carrellata di antipasti: salumi che profumano di felicità, formaggi cremosi, crescentine calde e tigelle che spariscono più in fretta della torta della nonna. E questo è solo il riscaldamento!
IL RE DELLA TAVOLA: IL TORTELLINO (IN BRODO, OVVIAMENTE)
Dopo squacquerone e mortadella arriva lui, il protagonista assoluto del Natale bolognese: il tortellino.
Piccolo, perfetto, irresistibile. Cotto rigorosamente in brodo di cappone, non provate a fare altrimenti, potreste vedervela con i bolognesi!
Ok tutto, ma da dove arriva questo turtlén?
La storia è decisamente interessante: il primo tortellino spunta nel 1708 nella cucina dei monaci di San Michele in Bosco. Il ripieno, all’epoca, era a base di carne e midollo di bue. Solo nell’Ottocento si diffonde poi la versione più simile a quella di oggi grazie a Pellegrino Artusi, diciamo il food influencer di quei tempi.
Qualche anno dopo poi, nel 1974, arriva la benedizione: la ricetta ufficiale viene depositata in Camera di Commercio e riporta come indispensabili per il ripieno lombo di maiale, prosciutto crudo, mortadella rigorosamente di Bologna, Parmigiano, uova e noce moscata.
IL SECONDO CHE TI MANDA K.O.: IL BOLLITO
Dopo il sacro brodo bollente arriva il signor bollito alla bolognese, accompagnato rigorosamente da salsa verde e friggione: un altro bel colpo per il sistema digerente.
È IL piatto del pranzo di Natale. Carne a volontà, tanta quanta basta per darti il colpo finale e farti necessitare di una sana e meritata pennichella.
Il friggione, poi, merita un applauso a parte: cipolle, pomodori, strutto, sale e zucchero, un mix di sapori spaziali che diventa il braccio destro per lo squisito bollito.
IL MOMENTO TANTO AGOGNATO: I DOLCI
A questo punto siete già in modalità “BASTA”. E invece ora arriva la parte migliore, come riempire lo stomaco del dolce?
Il Certosino
Il dolce natalizio storico: frutta candita, mandorle, cioccolato, miele, mostarda… una bomba aromatica, e calorica…
In origine lo facevano gli speziali (ossia gli antichi farmacisti), poi i monaci certosini ne presero il controllo facendolo diventare una star, tanto da meritarsi addirittura una ricetta ufficiale depositata.
La Pinza
Una pagnotta schiacciata ripiena di mostarda, ricoperta di zuccherini. Dolce povero, ma gusto ricco. Perfetta con un bicchiere di vino dolce, liquori, o vabbè, con quello che preferite!
La Raviola
Mezzaluna di pasta frolla con ripieno di mostarda bolognese. Nata nelle campagne, veniva addirittura appesa alle siepi a San Giuseppe come segno di primavera in arrivo.
Bonus: è da sempre simbolo di condivisione e convivialità. (Traduzione: meglio farne in abbondanza!)
La Torta di riso
La regina indiscussa dei dolci bolognesi!
Tradizione vuole che venisse preparata per la “Festa degli Addobbi” e offerta ai visitatori in piccoli rombi infilzati con stuzzicadenti. Dentro si trovano riso, latte, mandorle, cedro candito e liquore alle mandorle amare: un profumo che ti avvolge come un caldo abbraccio.
Gli Zuccherini Montanari
Deliziosi biscotti all’anice, a forma di anello, ricoperti da una glassa bianca croccante. Perfetti per chiudere il pasto in bellezza, e bontà… sempre che vi sia rimasto un angolino libero.
E POI? PASSEGGIATA OBBLIGATORIA!
Dopo tutto questo ingurgitare, la passeggiata digestiva non è un’opzione: è un imperativo atto di sopravvivenza.
Per fortuna in città i mercatini e gli eventi natalizi non mancano!
Per organizzare il tuo percorso digestivo devi assolutamente dare un’occhiata ai consigli della nostra redazione!
